Stando al tasso attuale, semplicemente non ci sono abbastanza vaccini. Le scorte disponibili sono concentrate nelle mani di troppo pochi. Alcuni paesi hanno contrattato per un numero di dosi sufficienti a vaccinare le loro popolazioni diverse volte, mentre altri paesi devono ancora ricevere persino la prima dose. Questa è una minaccia per tutti noi. Così il virus e le sue mutazioni vinceranno.
Per anticipare il virus e cambiare passo, dobbiamo partire da una strategia di vaccinazione degli operatori di prima linea, puntando a una strategia che permetta veramente un accesso equo per tutti. Chiediamo ai governi, le imprese e i partner di intraprendere tre azioni urgenti:
- Primo, semplificare i Diritti di Proprietà Intellettuale attraverso la concessione volontaria e proattiva di licenze da parte dei titolari dei DPI. Ma questa misura da sola non incrementerà la produzione. A differenza della produzione di medicinali, la fabbricazione di vaccini coinvolge un processo di produzione complesso con diverse componenti e passaggi. I titolari dei Diritti di Proprietà Intellettuale dovrebbero fornire partnership tecnologiche che accompagnino le licenze di Proprietà Intellettuale, condividere proattivamente il know-how e subappaltare ai produttori senza ingiustificate restrizioni geografiche o di volume. Questa sfida non richiede rinunce forzate alla Proprietà Intellettuale ma partnership e cooperazioni proattive. Le recenti partnership per la produzione come Pfizer-BioNtech, AZ-SII, J&J-Merck e J&J-Aspen sono esempi incoraggianti. L’UNICEF chiede agli altri di fare allo stesso modo, per ampliare la portata e la diversità geografica della capacità produttiva. Mentre i mercati da soli non possono garantire i benefici dell’innovazione per tutti, licenze volontarie, fondi comuni e meccanismi multilaterali come COVAX sono un modo concreto e realistico per sviluppatori e produttori a collaborare, innovare e incoraggiare un accesso equo.
- Secondo, bisogna porre fine al nazionalismo dei vaccini. I Governi dovrebbero rimuovere misure di controllo import-export dirette e indirette che bloccano, restringono o rallentano l’esportazione di vaccini, componenti e aiuti per il COVID-19. Il virus non ha confini. Sconfiggere il COVID-19 in ognuno dei nostri paesi d’origine implica anche sconfiggerlo in tutto il mondo assicurando un flusso costante di vaccini e aiuti per tutti. Infine, i Governi che hanno contrattato per ricevere più “dosi in futuro” rispetto a quelle necessarie per vaccinare la loro intera popolazione adulta quest’anno, dovrebbero immediatamente prestare, rilasciare o donare la maggior parte o tutte le dosi in eccesso contrattate per il 2021 a COVAX, così che possano essere redistribuite in modo equo a tutti gli altri paesi.
- Inoltre, i paesi con una fornitura attuale sufficiente di dosi prodotte dovrebbero considerare di donare subito almeno il 5% delle dosi prodotte disponibili e impegnarsi in ulteriori contributi su una base continua, a rotazione, per tutto l’anno, aumentando i loro contributi al crescere della fornitura. Confermare questo impegno di condivisione delle dosi ora consentirà di migliorare la prevedibilità, accelerare l’accesso equo e contribuire a stabilizzare il mercato globale dei vaccini.
La pandemia da COVID-19 ci ha chiarito che nessuno è al sicuro fino a quando tutti non sono al sicuro. Un accesso equo ai vaccini contro il COVID-19 è alla nostra portata. Abbiamo dimostrato che il mondo può fare l’impossibile, ed è necessario farlo di nuovo. Prima lo faremo, prima le nostre vite e le vite dei nostri bambini torneranno alla normalità.”