Dal 20 gennaio 2021 è all’attenzione dell’assemblea della Corte Penale Internazionale (ICC) dell’Aia il crimine di “Ecocidio”.
Questa possibilità è stata resa possibile grazie ad un emendamento presentato da un’europarlamentare francese del gruppo Verdi/Alleanza Libera Europea (Verdi/ALE), nel quale si sollecita “l’UE e gli Stati membri a promuovere il riconoscimento dell’ecocidio come crimine internazionale ai sensi dello Statuto di Roma della ICC”.
Cosa vuol dire Stop Ecocidio?
Significa danni di massa e distruzione degli ecosistemi come:
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- Fuoriuscite di petrolio
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- Deforestazione
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- Inquinamento chimico
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- Danni al suolo
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- Pesca eccessiva
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- Inquinamento dell’aria
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- Rifiuti di plastica… danni alla natura diffusi, gravi o sistematici
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- Danni ambientali, commessi da molte delle più grandi imprese al mondo, dall’inizio dell’era industriale, che hanno portato direttamente al collasso del clima e all’estinzione di massa.
La Corte Penale dell’Aia, ricordiamo, era stata istituita alla fine della seconda guerra mondiale per giudicare i crimini militari internazionali compiuti in quell’epoca. Nel corso degli anni ha ampliato la propria giurisdizione, ai sensi dello Statuto di Roma, diversificando diverse competenze come contro i crimini di genocidio, contro l’umanità, di guerra, contro l’umanità e la pace.
Oggi un numero sempre crescente di Stati stanno presentando leggi e mozioni per dare all’ICC nuove competenze che comprendano la prevenzione e la proibizione di nuove devastazioni come quella della vita sulla terra reclamando l’Ecocidio come un crimine internazionale.
A sostegno di questa iniziativa, dal 2017 in Olanda si è costituita una ONG che con la Stop Ecocide Foundation si è prefissata questo scopo.
In collaborazione con un gruppo indipendente di avvocati internazionali esperti in materia penale e ambientale, è stata elaborata una solida definizione che possa portare all’aggiunta dell’ecocidio all’elenco dei crimini previsti nello Statuto di Roma, oltre a quelli menzionati.
Rendere l’Ecocidio un crimine internazionale fornisce una solida base al fine di:
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- proteggere la biodiversità
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- rallentare il cambiamento climatico
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- sostenere i diritti delle popolazioni indigene
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- promuovere le infrastrutture verdi
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- consentire uno sviluppo sostenibile
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- salvaguardare le generazioni future
In un emendamento alla relazione sui Diritti Umani e la Democrazia nel 2019, il Parlamento europeo ha votato per sollecitare “l’UE e gli Stati membri a promuovere il riconoscimento dell’ecocidio come crimine internazionale ai sensi dello Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale”.
Il testo dell’ emendamento votato dalla sessione plenaria del PE (340/323/17). La relazione completa è stata quindi adottata definitivamente (459/62/163).
Testo dell’emendamento:
“Sottolinea che la biodiversità e i diritti umani sono interconnessi e interdipendenti e ricorda gli obblighi degli Stati in materia di diritti umani di proteggere la biodiversità da cui dipendono tali diritti, anche prevedendo la partecipazione dei cittadini alle decisioni relative alla biodiversità e fornendo l’accesso a rimedi efficaci nei casi di perdita e degrado della biodiversità; esprime il proprio sostegno ai nascenti sforzi normativi a livello internazionale in relazione ai crimini ambientali; a tale riguardo, incoraggia l’UE e gli Stati membri a promuovere il riconoscimento dell’ecocidio come crimine internazionale ai sensi dello Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale (ICC)”;
All’approvazione della mozione la presidente della Fondazione, Jojo Mehta, ha affermato: “Questo voto parlamentare europeo è incoraggiante. Il mondo politico si sta rapidamente (ndr forse ancora non troppo, perché molto deve essere ancora fatto) svegliando rispetto a ciò che gli scienziati ci hanno detto per decenni e il mondo indigeno ci ha detto per secoli: che l’umanità non può distruggere il mondo naturale impunemente. … Sappiamo che si stanno superando i punti critici e abbiamo poco tempo per agire. Rendere l’ecocidio un crimine serve a riconoscerlo e fornisce una concreta barriera per prevenire i peggiori eccessi di danno che stanno portando la Terra verso il punto di rottura “.
L’eurodeputata Marie Toussaint, attivista ambientale francese e avvocato di diritto ambientale internazionale, da molto tempo sostenitrice del riconoscimento dell’ecocidio da parte dell’UE, ha dichiarato: “Questa è una vera vittoria, un primo grande passo verso il riconoscimento dell’ecocidio da parte dell’Unione Europea. Gli Stati membri ora devono parlare alla Corte penale internazionale e sulla scena internazionale. Il cambiamento climatico sta accelerando, la perdita di biodiversità sta portando a pandemie planetarie, i mari si innalzano: andiamo avanti velocemente! “
Vari articoli apparsi su diversi media internazionali (The Time, The Economist, The Guardian, BBC Future Planet) hanno portato la popolazione internazionale a interessarsi a questo tema. In Italia, purtroppo, non c’è ancora molta sensibilità e in questo momento non ci sono sostenitori se non
Papa Francesco che, nel novembre 2019, ha affermato di ritenere che l’ecocidio debba essere aggiunto alla lista dei crimini internazionali.
Se l’uomo prosegue su questa strada i pericoli a cui va incontro sono che la Terra non sarà più in grado di sostenere la civiltà umana nel prossimo futuro con costi altissimi nei confronti
della natura, dell’umanità e delle generazioni future.
Se non vengono adottate soluzioni efficaci come -le energie rinnovabili, -l’agricoltura rigenerativa, -l’economia circolare, con tutte le competenze per metterle in atto, non servirà neanche andare alla conquista di altri pianeti col rischio di portare inquinamento umano anche in quei luoghi.
Non dimentichiamo che gli Amministratori Delegati delle Aziende, nazionali e multinazionali, che producono questi danni sono obbligati a massimizzare il profitto -con qualsiasi mezzo lecito-.
A sostegno di questa iniziativa è attivo il movimento dei “Protettori delle Terra” per consapevolizzare la popolazione sul termine di Stop Ecocidio. Il movimento prevede di divenirne ambasciatore per agire ora, firmare la petizione, fare una donazione, scrivere al proprio rappresentante eletto, collaborare col gruppo di avvocati per farlo conoscere e sostenerlo attivandosi organizzando conferenze e discussioni, in questo periodo solo online, come aiuto per promuovere la campagna in Italia.
In questo momento ECOCIDE non è un crimine.