Tirate una diagonale che parte dalla Sicilia, passa per Napoli e arriva in Veneto: questa è stata la conferenza stampa di due giorni fa, dove è stata presentata la settimana (santa) di digiuno a staffetta di solidarietà con i migranti, a partire da lunedì 29 marzo.
Un arcivescovo siciliano che invita a piangere non tanto di fronte al crocifisso, ma di fronte alla violenza che subiscono gli immigrati. Un prete che ha 83 anni, passati nel mondo tra i poveri, un prete che ha gli occhi più chiusi che aperti, ma ci vede benissimo. Una donna arrivata dalla Nigeria, finita nella rete della prostituzione, ora forte, con voglia di riscatto per lei e le altre. Un giovane bello e nero che parla in romanesco e si chiede come mai la burocrazia non gli permetta di essere cittadino italiano fino in fondo. Un italiano, un intellettuale, che si è mescolato ai raccoglitori di frutta e verdura nelle campagne laziali, ha vissuto e lavorato con loro, ha visto mafie di tutti i tipi sfruttare uomini e donne, ha visto padrini e padroni sopraffare i lavoratori, più simili a schiavi che a dipendenti con diritti.
Franco Montenegro, Alex Zanotelli, Blessing Okoedion, Sonny Olumati, Marco Omizzolo: cinque persone che hanno parlato chiaramente: così non va, NON VA.
Alex Zanotelli lo fa dal 2018: il primo mercoledì del mese si piazza davanti al Parlamento a Roma, non mangia per un giorno e insieme a pochi altri che lo accompagnano con tanti striscioni colorati, grida: “Vergogna!”
In questi giorni a lui si uniranno in tanti e tante, in vari modi e modalità, a staffetta, a scacchiera, insieme o da soli. Se durante quest’anno abbiamo imparato a collegarci online da ovunque, sappiamo anche sentirci vicini e lottare anche da casa nostra. L’energia si diffonde, lavora, cova.
Cosa chiedono? “Si dovrebbe iniziare cancellando la Bossi-Fini.” Forse l’elenco sarebbe troppo lungo, forse ci si perderebbe in dettagli. E’ l’impianto generale che va rivisto. Se fossimo su un aereo, bisognerebbe tirare la cloche e invertire la rotta.
Accoglienza, diritti, documenti. Ricordano la sanatoria truffa, i respingimenti in mare e per terra, lo sfruttamento nelle campagne e nelle città, lo scaricare sugli ultimi degli ultimi le tante frustrazioni del popolo italiano. E poi “quello che il mondo ricco si è pappato”, le percentuali, la forbice tra ricchi e poveri, tra Nord e Sud. La fame e sete di giustizia.
Ma a cosa serve un digiuno, per giunta fatto così? Forse a nulla. Ma loro chiedono di provare: provare a sentire per un giorno che non puoi fare ciò che più istintivo ti viene da fare, forzarsi a sentire che quel giorno non possiamo non pensare a questa ingiustizia, a questo scandalo. E non sarà la vostra testa che vi porterà lì, ma il vostro stomaco.
Provate, proviamo. Ci si iscrive e si dà la disponibilità per quando e quanto si può, anche poco, tutto aiuta.
Ne riparleremo dopo, per sapere come è andata. La strada è lunga e i cammini sono da unire e intrecciare, ma l’indicazione è quella di non fermarci, di continuare come dei picchi.
Per iscriverti al digiuno come singolo o associazione/gruppo entra nella pagina e scegli il giorno del tuo digiuno di solidarietà: https://cantierecasacomune.it/fame-e-sete-di-giustizia/
Per informazioni e adesioni scrivi a: info@cantierecasacomune.it oppure chiama la segreteria del Cantiere Casa Comune:045/ 8092390