Le Associazioni firmatarie si rivolgono al Presidente del Consiglio nell’occasione della presentazione del Piano Italiano relativo alla Next Generation EU, per sottoporre un appello per Venezia.
Venezia è per la sua storia e la sua conformazione fisica al centro delle grandi questioni ambientali e sociali della nostra epoca. La Citta è pronta per la formulazione e la messa in opera di una strategia di ampio respiro, in grado di generare un profondo cambiamento nell’ uso delle risorse naturali e nei modi di produzione. Per la sua valenza simbolica essa può rappresentare un laboratorio internazionale per la costruzione di un nuovo e positivo rapporto tra economia e ambiente tra società , cultura e memoria. Venezia può e deve diventare un esempio per le città italiane ed europee del futuro: se una parte degli investimenti pubblici del Piano di Ripresa e Resilienza sarà orientata verso un grande progetto europeo per Venezia, e gestita secondo le migliori pratiche e indicazioni europee, l’impatto sul patrimonio naturale della Laguna, sulle imprese e sulla vita degli abitanti sarà di tale dimensione da costituire un atto di straordinaria importanza per l’Europa e il mondo.
Da decenni si parla, drammatizzando di “ morte di Venezia” Ora l’estinzione – fisica e sociale – della città dipende da due processi che paiono irreversibili:

1. il declino sempre più accentuato della popolazione residente

A metà del secolo scorso la città contava 170.000 abitanti, ora ne sono rimasti ufficialmente 51.000 (molti meno, se si scomputano gli abitanti delle seconde case con residenze fittizie per motivi fiscali). Se ne vanno ogni anno in mille e la popolazione che resta è fortemente sbilanciata verso le classi di età più alte. Tra pochi anni Venezia sarà una città vuota di residenti e riconvertita a parco turistico. Il processo è dovuto all’incontrollata logica del mercato, alla scomparsa di attività e servizi rivolti ai cittadini;

2. L’accelerato innalzamento del livello del mare

L’innalzamento dovuto ai cambiamenti climatici e amplificato dalla subsidenza naturale e antropogenica, richiede di avviare interventi di lungo respiro. La sempre più frequente chiusura del sistema di paratoie Mose per il drammatico aumento dell’incidenza delle acque alte sarà incompatibile sia con la portualità lagunare, sia con il ricambio salutare delle acque, sia con la vita quotidiana dei residenti. Il Mose non potrà garantire nel lungo termine la salvaguardia degli abitati della Laguna di Venezia dagli effetti planetari dei cambiamenti climatici.
Questi processi – spopolamento e innalzamento del mare –non son semplicemente affrontabili con le energie e i poteri della Regione della Città metropolitana e del Comune. Serve la programmazione di una serie interventi finanziati dal piano Next Generation EU, anche inseriti nella legislazione speciale per Venezia, che traducano le linee europee per una cultura del turismo e della mobilità sostenibile, per la tutela del territorio e delle acque.
L’attuale modello di economia locale basato quasi esclusivamente sul turismo sta condannando Venezia alla sparizione. Ma, come Lei ha precisato, occorre “preservare… luoghi e tradizioni che successive generazioni attraverso molti secoli hanno saputo preservare e ci hanno tramandato.” Ora più che mai questo vale per Venezia.
Venezia deve dunque diventare un laboratorio internazionale esemplare per promuovere e realizzare azioni innovative coraggiose lungimiranti al fine di contrastare gli effetti del cambiamento climatico ed evitare la scomparsa di molte città costiere e piccole isole e per la rinascita e ripopolamento delle città storiche, centri storici e borghi antichi.

Sono necessari

1. interventi e norme per contrastare il declino demografico:

a. concentrare su settori e comparti strategici investimenti, incentivi e strutture di servizio, dall’economia verde alla ricerca e sviluppo nel campo dell’innovazione tecnologica dal turismo esperienziale all’agricoltura sostenibile e all’artigianato di qualità ;

b. regolamentare il mercato e l’uso del patrimonio edilizio, valorizzando e tutelando quello pubblico;

c. valorizzare e tutelare il patrimonio pubblico storico-artistico con il sostegno alle attività innovative pubbliche e private compatibili con l’ambiente e il contesto della città , della Laguna e della gronda di terraferma, anche per una gestione culturale avanzata del turismo;

d. recuperare il patrimonio abitativo privato con finanziamenti a fondo perduto vincolati alla riconversione – come sollecitato dalla Missione UNESCO 2019 – in abitazioni per residenti degli appartamenti diventati residenze turistiche o dependence di alberghi;

e. utilizzare le leve dell’intervento pubblico per attirare agenzie, servizi e centri di ricerca a livello regionale, nazionale e internazionale e, di conseguenza, nuovi residenti, e per recuperare attività tradizionali, tipicamente veneziane, che stanno scomparendo, e il piccolo commercio destinato ai residenti, offrendo reali opportunità lavorative ai giovani anche oltre il comparto turistico;

f. rafforzare il sistema di trasporto pubblico locale sostenibile integrando Venezia e l’area centrale veneta nel Sistema Ferroviario Metropolitano Regionale;

g. incentivare la riconversione del parco motori acquatico pubblico e privato (navi comprese), per ridurre l’inquinamento a tutela della salute dei cittadini e del patrimonio lapideo veneziano;

2. Interventi e norme per contrastare l’accelerato innalzamento del livello del mare e il degrado della Laguna:

a. realizzare le difese locali dagli allagamenti, mediante sollevamento di percorsi pedonali e spazi pubblici – compatibili con i manufatti architettonici –, rialzi edilizi, difese a insula degli ambiti urbani e di costa, rialzo altimetrico localizzato di ambiti insulari;

b. verificare sperimentalmente la possibilità di innalzamento geologico profondo in ambito territoriale vasto;

c. assicurare la transizione ecologica integrata, con bonifica di suoli e falde acquifere inquinate, rigenerazione ecologica delle attività produttive ed energetiche e avvio di nuove attività produttive sostenibili;

e. estromettere dalla Laguna le grandi navi incompatibili in piena applicazione del decreto 70/2012 Clini-Passera per una portualità ecosostenibile, e garantire l’avvio del riequilibrio e restauro idromorfologico previsto dalle leggi speciali per Venezia 798/1984 e 139/1992.

Non è questa la sede per specificare le singole azioni, ma ogni linea di intervento dovrà qualificarsi come investimento per rilanciare il territorio e la sua economia mirando alle caratteristiche di qualità e rinnovamento che oggi l’appiattimento sull’industria turistica non valorizza: una convivenza deve essere possibile tra uomo, natura ed economia. Anche una dimensione di confronto e di collaborazione europea verso i paesi del sud Mediterraneo può essere opportunamente giocata proprio a Venezia.
Solo mettendo in opera un grande progetto di livello europeo, elaborato direttamente dal Governo italiano nell’ambito del Recovery Plan – frutto di una strategia lungimirante e condivisa – costruito avvalendosi delle migliori conoscenze scientifiche e tecnologiche italiane e straniere su questi temi, dotato di una governance di eccellenza anche aperta alla consultazione dei saperi e delle istanze civiche Venezia potrà riprendere il ruolo economico e sociale che le è proprio nel contesto regionale e nazionale e rappresentare anche per l’Italia e l’Europa un modello esemplare di economia e società per il XXI secolo.

23 Febbraio 2021

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