Sabato 17 aprile da Trieste al confine croato-bosniaco

Il regime dei confini uccide, condanna migliaia di persone a vivere nel fango di fronte ad un’Europa che esternalizza le sue frontiere per lavarsi la coscienza e mantenere i suoi privilegi. Lo abbiamo visto più volte nel corso degli ultimi anni, prima con l’accordo EU-Turchia e la miriade di accordi bilaterali come quello Italia-Libia, poi con i progressivi finanziamenti a Frontex, Paesi membri di confine, Stati extra UE e organizzazioni internazionali, tutti funzionali a impedire il movimento dei e delle migranti.

Gli incendi dei campi di “contenimento” dell’ultimo anno, da Lesvos alla Bosnia-Erzegovina, hanno evidenziato ulteriormente le pessime condizioni di vita delle persone in transito e in cerca di protezione, dando vita a grandi manifestazioni di solidarietà in tutta Europa. Questa solidarietà, che si sta esprimendo in forme molteplici, è fondamentale ma, a nostro parere, deve accompagnarsi ad una chiara e forte denuncia delle responsabilità politiche di coloro che hanno permesso che la rotta balcanica diventasse un corollario di violenze, abusi e morte.

Non possiamo stare fermi di fronte a questo! Non possiamo accettare una narrazione che parla di emergenza e di catastrofe umanitaria, quasi fosse una calamità naturale, senza individuare le cause e i responsabili che la determinano!

Vogliamo promuovere una carovana per la libertà di movimento, partendo da piazza Libertà di Trieste, crocevia di solidarietà e cura, con lo scopo di arrivare a Maljevac in Croazia. Dobbiamo agire, dimostriamo che è possibile creare una forte pressione dal basso per mettere in discussione tutto l’impianto generale del nuovo Patto europeo sulla migrazione e l’asilo.

L’Europa parla continuamente di solidarietà tra Stati, ma nulla dice a riguardo della solidarietà alle persone menzionate nel patto; permette a una manciata di parlamentari di levare qualche flebile voce critica, ma nella realtà prepara i campi di detenzione e nuove deportazioni. Decide arbitrariamente sulla vita di migliaia di persone in transito chi può avere un documento e chi deve tornare al punto di partenza, le obbliga a nascondersi sotto un tir o in un container per attraversare un confine, a percorrere strade sempre più pericolose, a pagare trafficanti, a sentirsi costantemente braccate e precarie. Agisce da oppressore, mantiene i suoi privilegi europei solo grazie alla sofferenza di migliaia di persone in transito. Apriamo una breccia nella narrazione in grado di fare proprio il concetto di libertà di movimento, di apertura dei confini, di diritti e protezione.

Porteremo la nostra solidarietà attiva ai corpi bloccati al di là del confine e ripercorreremo parte della balkan route, risignificando un tragitto di violenza e selezione in un corridoio di libertà e solidarietà. Attraversando stati e confini che incarnano l’ipocrisia delle politiche europee vogliamo puntare il dito contro i colpevoli di questa situazione, contro chi attua respingimenti a catena e srotola filo spinato, per chiedere a gran voce l’apertura dei confini e l’istituzione di canali sicuri.

- Per adesioni e informazioni: act4balkanroute@protonmail.ch

Le tappe della caravan for freedom of movement:

Sabato 17 aprile

-  Trieste piazza della Libertà

-  confine Italia – Slovenia (45.623083, 13.902694)

-  Border Crossing Pasjak (45.492228152936846, 14.212816739105651)

-  Border crossing Maljevac (45.19904932350622, 15.792869915799967)