A tre anni da un delitto che ha segnato la società brasiliana, l’inchiesta sulla morte della consigliera comunale e attivista Marielle Franco e del suo autista Anderson Gomes non ha ancora fatto luce né sui mandanti né sull’arma utilizzata dagli attentatori.
Ieri, le attiviste e le dirigenti del Partito socialismo e libertà (Psol), di cui Marielle Franco faceva parte, hanno organizzato proiezioni del suo volto sui palazzi in vari Stati del Brasile: San Paolo, Rio de Janeiro, Distretto Federale, Minas Gerais, Fortaleza, Bahia, Paraiba, Alagoas, Para, Santa Catarina e Amazonas. Queste iniziative, organizzate in memoria della consigliera, sono state anche occasione per chiedere una rapida conclusione delle indagini.
In una nota, il Psol ha riferito che “per ricordare l’assassinio di Marielle, manifestazioni di piazza e azioni si sono tenute non solo in Brasile, ma in tutto il mondo. Nel 2021, a causa della pandemia di coronavirus, le proiezioni sono un modo per mantenere vivo il ricordo di Marielle e Anderson e la nostra costante lotta per la giustizia”.
A Rio de Janeiro, è stata inaugurata una targa in piazza Cinelandia, davanti al consiglio municipale, in memoria della consigliera, che viveva e lavorava nella città. Alla cerimonia erano presenti il sindaco Eduardo Paes, insieme al segretario per le Politiche per la promozione delle donne, Joyce Trindade, il deputato federale Marcelo Freixo, il sindaco del Consiglio comunale, Carlo Caiado, e i familiari di Marielle Franco.
Fino ad oggi, la procura della Repubblica di Rio de Janeiro ha accusato e disposto il carcere preventivo per Ronnie Lessa ed Elcio de Queiroz. I due ex ufficiali della polizia militare sono rinchiusi nei penitenziari federali di Campo Grande e Porto Velho, in attesa del processo, a cui parteciperà un giuria popolare. Franco fu uccisa a Rio, in un agguato nel quartiere di Estacio, la notte tra il 14 e il 15 marzo 2018.