L’Unione Sindacale di Base lancia un appello per avviare un processo unitario contro il commissariamento Ue dell’Italia e l’aggravamento delle politiche neoliberiste nel nostro paese. Non si tratta semplicemente di realizzare una manifestazione o proclamare uno sciopero, “ma di darsi un orizzonte più ampio e di farlo con tutti quelli che hanno voglia e sufficiente senso di responsabilità per misurarsi con questa sfida”. Sulla questione domenica prossima alle 10 il primo incontro telematico aperto a tutte quelle forze sindacali, sociali e politiche
Appello USB
Una maggioranza parlamentare quasi plebiscitaria a favore del nuovo commissario governativo inviato direttamente da Bruxelles è un segnale di pesante involuzione della vita democratica.
Le forze politiche si sono rapidamente genuflesse ai diktat dell’establishment economico-finanziario della Ue e ai dettami di come andranno spese le risorse del Recovery Fund e di come dovranno essere realizzate le riforme (giustizia, fisco, pensioni, ecc.) a cui è vincolato l’invio di quelle risorse. Ed hanno già ingoiato la linea atlantista indicata da Draghi.
Mentre la crisi pandemica è tutt’altro che risolta e la campagna dei vaccini viene subordinata agli interessi delle aziende farmaceutiche, il governo Draghi si prepara a gestire la crisi economica facendola pagare pesantemente a milioni di lavoratrici e lavoratori e si prepara a usare la crisi per avviare una profonda ristrutturazione del nostro apparato economico, avendo a cuore gli interessi delle grandi imprese europee e del sistema bancario e finanziario continentale.
La formazione di questo governo è un salto di qualità nel modo in cui le classi dominanti intendono affrontare la crisi. I ministri che contano e che avranno il controllo dell’economia sono diretta emanazione dell’élite finanziaria, mentre ai partiti è stato lasciato il ruolo di gestione delle contraddizioni, garantendo al sistema delle imprese il saldo controllo su tutti i processi che contano, dalla digitalizzazione alla conversione ecologica fino alla riorganizzazione delle fonti energetiche, all’adeguamento delle infrastrutture, al potenziamento della rete logistica.
Di fronte a noi ci sono milioni di licenziamenti, una rivisitazione al ribasso del reddito di cittadinanza e del sistema degli ammortizzatori sociali, un’ulteriore stretta al diritto di sciopero e alle libertà sindacali, un aumento dello sfruttamento nei settori produttivi, l’asservimento completo della pubblica amministrazione alle necessità delle imprese, a scapito di ciò che rimane dello stato sociale, ed una più ampia estensione della precarietà e della decontrattualizzazione.
Affrontare questo salto di qualità non sarà semplice, soprattutto in un paese dove le forze che dovevano rappresentare gli interessi delle classi popolari si sono liquefatte o hanno cambiato pelle, e dove Cgil- Cisl- Uil si sono definitivamente trasformati in alleati di Confindustria e stampelle del sistema.
In questi anni abbiamo assistito al continuo riproporsi di nuovi soggetti, presentatisi con il volto di partiti antisistema di varia estrazione e tendenza politica. Essi sono riusciti ad ingannare milioni di cittadini, convinti che una nuova classe politica potesse invertire la rotta delle politiche antipopolari. Ora è evidente che le cose sono andate diversamente.
Si apre perciò nel nostro paese uno spazio sociale ed anche politico di enormi dimensioni. Vasti settori della società non sono più rappresentati e vivono con preoccupazione l’avvicinarsi di una crisi di proporzioni ancora più drammatiche. Queste persone, lavoratori dipendenti e autonomi, precari, disoccupati, migranti, giovani, pensionati, ecc. insomma un larghissimo mondo di soggetti e categorie sociali ha bisogno di proposte politiche, sociali ed organizzative all’altezza della situazione che ci troviamo a vivere.
Sembrano esserci le condizioni oggettive per avviare un processo unitario, restano da verificare invece quelle soggettive.
L’USB è consapevole della gravità del momento ed anche delle enormi difficoltà che comporta la costruzione di un percorso unitario tra mille soggettività. Non si tratta infatti di realizzare solo una manifestazione o di indire uno sciopero, ma di darsi un orizzonte più ampio e di farlo con tutti quelli che hanno voglia e sufficiente senso di responsabilità per misurarsi con questa sfida.
Per questo proponiamo: un primo incontro telematico per domenica 28 febbraio ore 10,30, aperto a tutte quelle forze sindacali, sociali e politiche che vorranno portare il loro contributo di idee e proposte.
Per partecipare all’assemblea telematica inviare una mail a nodraghi28.2@gmail.com, indicando i nominativi e le e mail, a cui far pervenire il link alla piattaforma su cui si terrà l’incontro.