Le porte d’ingresso segnano il confine che separa due spazi: quello del mondo esterno e quello dell’intimità della casa; del rumore e del silenzio; della vita quotidiana e dell’isolamento e riflessione. Passando attraverso il Portale, si entra in un tempo e in uno spazio diversi. Esso segna il confine tra il mondo esterno e l’interno dell’essere umano, ed è progettato per provocare un cambiamento nello stato interno di chiunque vi entri.
Fotografie di Boldy Tapales/Testo di Karina Santillan
A volte si entra in un luogo e in qualche modo si è pervasi dalla sensazione, dalla sensibilità, dall’esperienza di essere penetrati in uno spazio che si potrebbe chiamare sacro, diverso dal quotidiano e mondano.
Forse ti invade una sensazione di pace, protezione, conforto e rassicurazione. Forse è una sensazione di contatto con qualcosa di profondo e significativo, di comunione con il meglio di se stessi, di connessione con il mondo. Ti senti ricaricato, rinnovato, connesso alle tue migliori aspirazioni e speranze, ai desideri per te stesso o per i tuoi cari. È una sensazione indescrivibile, ma che lascia un segno indelebile.
Si tratta di spazi o luoghi che ci permettono di entrare in contatto con quello che potremmo chiamare il sacro o il divino, spazi che vengono sperimentati come marcatamente diversi dal quotidiano e dal mondano.
Per gli antichi erano boschi, grotte e montagne sacre. Templi e chiese eretti dalle diverse religioni delineano uno spazio propizio per entrare in comunione con i loro dei, santi e boddhisattva. Uno spazio sacro può essere qualcosa di personale, come la propria casa o un luogo speciale in cui si è provata una felicità e una gioia particolare, pieno di grande significato e a cui si ritorna per evocare la sua carica speciale.
Cos’è lo Spazio Sacro? Che sia fatto dall’uomo o che provenga dal mondo naturale, uno spazio sacro ci connette con un’altra realtà.
Nel suo libro ‘Il Sacro e il Profano: La Natura della Religione’ Mircea Eliade definisce il sacro come il contrario del profano. Prendiamo coscienza del Sacro perché si manifesta e si mostra come qualcosa di completamente diverso dal Profano.
Eliade continua dicendo che l’esperienza dello spazio sacro rende possibile la fondazione del “mondo”, dove il sacro si manifesta nello spazio e un’altra realtà si svela.
Egli osserva che mentre le persone contemporanee credono che il mondo sia interamente profano, o secolare, a volte si trovano ancora collegate al ricordo di qualcosa di sacro. Questo guida l’esplorazione esaustiva di Eliade sulla sua manifestazione nello spazio, nel tempo, nella natura, nel cosmo e nella vita stessa.
Secondo Mircea Eliade la storia delle religioni prende contatto con ciò che è essenzialmente umano: il rapporto dell’uomo con il sacro. E come tale, la storia delle religioni può svolgere un ruolo importante nella crisi che stiamo vivendo. Le crisi dell’uomo moderno sono in gran parte religiose, nella misura in cui sono un risveglio della sua consapevolezza dell’assenza di senso.
Forse, quando andiamo nelle nostre chiese e nei templi, nei nostri spazi sacri per pregare o per adorare i nostri dei, per riflettere o meditare, per chiedere ciò di cui abbiamo veramente bisogno… sperimentiamo anche il sacro dentro di noi, che è anche negli altri.
In questa raccolta, il fotografo cerca di catturare l’atmosfera speciale di quegli spazi fatti dall’uomo, luoghi creati per far emergere le nostre migliori speranze e aspirazioni.
Note sulle foto: [1] Santa Caterina d’Alessandria, Cebu, Filippine; [2] Cattedrale di Manila; [3] e [4] Moschea di Quiapo; [5] Fushimi Inari Taisha, Kyoto, Giappone; [6] Nan Lian Garden, Hong Kong; [7] Tempio taoista, Malate, Manila; [8] Tempio di Lama, Pechino; [9] Fonte del Parco di Studio e Riflessione La Reja, Argentina; [10] Parco di Studio e Riflessione Punta de Vacas, Argentina; [11] Tempio di Lama, Pechino; [12] Santuario di Hokkaido, Tongu.
Informazioni sugli autori del testo e delle foto:
Boldy Tapales è un fotografo e regista filippino. Le sue fotografie hanno abbellito molte riviste e libri. Ha girato spot pubblicitari vincitori di vari premi.
Karina Santillan è una redattrice volontaria di Pressenza per l’Asia.
Traduzione dall’inglese di Thomas Schmid. Revisione di Anna Polo