Questa mattina c’è stata, davanti al Comune, una manifestazione a favore dei senza dimora lanciata da +Europa.
Visto il tempo piovigginoso i manifestanti si sono collocati sotto i portici, ma gli agenti della questura non lo hanno permesso, per cui i manifestanti si sono dovuti mettere all’aperto davanti al monumento, circostanza di un certo valore simbolico dato l’argomento della protesta.
Assenti le associazioni e i gruppi solidali, questo credo debba indurre una profonda riflessione sui pericoli di una visione “unico-centrica”, scarsa attitudine ad informarsi e talvolta rigidità, di quanto possano essere un tombale deterrente per una buona costruzione di proposte alternative per una sana politica sociale.
Un’occasione persa, circostanza che speriamo faccia riflettere: in ballo c’è la qualità della vita di persone che sono in condizioni di vita al limite del tollerabile e con nessuna possibilità di scelta.
In questa settimana si sono susseguite diverse dichiarazioni da parte delle cariche apicali del Comune.
Schellino ha avallato le dichiarazioni del Bezzon: i senza dimora guadagnano anche 100 euro al giorno, usano il centro come un bancomat, non bisogna fare elemosine, quest’ultima dichiarazione è un’intromissione nel senso di generosità, nel senso etico e nella libertà di donare dei cittadini.
Sempre Schellino ha dichiarato che i senza dimora del centro godono del reddito di cittadinanza.
E’ poi emersa la proposta di introdurre nel regolamento comunale il sequestro degli animali di compagnia delle persone senza dimora.
Schellino in un’intervista di ieri ha dichiarato: “Non mi sento di dire che sia scoppiata un’emergenza”: 300 (stime ufficiali del Bezzon) persone senza dimora che dormono all’addiaccio in pieno inverno, non sono considerate un’emergenza dalla titolare delle deleghe alle politiche sociali.
Appendino ha dichiarato che il Comune non ha dato il daspo alle persone senza dimora: ci mancherebbe solo più quello e francamente il fatto che i “pacchetti sicurezza” lo prevedano, non toglie che siano forme odiose e rivoltanti di “eliminazione” di persone che non hanno né possibilità di trovare casa, né possibilità di trovare lavoro.
Pensiamo a cosa succederebbe se ogni comune d’Italia applicasse il daspo ai senza dimora…
Per quanto riguarda il disagio dei cittadini nei confronti di situazioni legate a persone senza dimora: piuttosto che fare delle denunce nei confronti delle persone stesse, direi che questi cittadini farebbero bene a rivolgersi a chi non fa nulla per dare risposte e soluzioni politiche a situazioni di sofferenza in cui le persone non hanno scelta.
E’ di oggi la dichiarazione a Repubblica del Prefetto che “ha convocato un vertice” e che “da tempo sta lavorando ad un piano articolato”.
Questo appare un sigillo tombale sulla fiducia nel fatto che il Comune sia in grado di dare risposte politiche a questa situazione.
Certo sussiste una notevole preoccupazione: la Prefettura non è certo un organo politico, non è il suo ruolo dare risposte politiche.
Sussiste anche la preoccupazione che la questione delle persone senza dimora, chiamate odiosamente “clochard” anche dagli organi d’informazione, sia trattata come un problema di ordine pubblico, cosa che sarebbe eticamente inaccettabile.
Il fatto che i famigerati “pacchetti sicurezza” di fatto demandino alle prefetture la questione delle elemosine è l’ennesima inaccettabile stortura: il 99% persone che chiedono l’elemosina lo fanno perché non hanno scelta, si dia loro un lavoro o adeguato supporto per coloro che hanno problemi di inserimento sociale, e poi ne parliamo.
Inoltre è, come accennato prima, una pesante intromissione nella libertà etica del cittadino di donare, anche del denaro se lo ritiene opportuno.
Ma non solo: le circostanze che inducono coloro che dormono la notte in centro, ovvero coloro che “appaiono” dopo le 20.00 e “scompaiono” prima delle 8.00 non riguardano certo il chiedere l’elemosina, e questo è in grado di capirlo chiunque.
Una politica che sia accogliente, che utilizzi anche buone pratiche adottate da altri Comuni, in accordo con le associazioni, sostenuta da risorse adeguate, sarebbe risolutiva e allevierebbe anche i disagi della cittadinanza, ma i fatti ci dicono che è chiedere troppo a quest’amministrazione.
Di seguito in ordine alfabetico tre interviste ad esponenti presenti in piazza.
Intervista ad Igor Boni: +Europa
Intervista a Stefano Castello: Il Gusto del Mondo – Guarda Oltre
Intervista ad Igor Stojanovic: RSC per il futuro