La mia ipotesi è che Conte sia stato cacciato dal governo per un problema di razzismo. Sappiamo che ogni evento può essere interpretato da diversi punti di vista: possiamo osservarlo dall’alto descrivendone le generalità o entrare nei mille dettagli che lo compongono. Lo si può anche vedere da un punto di vista diciamo estetico. Quando un’orchestra suona e c’è una nota stonata quasi tutti se ne accorgono senza essere necessariamente musicisti. E tutti avvertono che aver fatto fuori Conte in questo momento particolare è stata una nota stonata. Poi arrivano i giornalisti con le loro analisi e interpretazioni complicate ed erudite e tutto diventa confuso. Alla fine non si capisce più niente e si perde il contatto col fenomeno iniziale: la nota stonata.
Conte si è trovato a svolgere il ruolo di Presidente del Consiglio senza essere un politico e senza esperienze precedenti, grazie ad alcune circostanze paradossali. Si è trovato ad affrontare una crisi molto grave e nei limiti imposti dalla situazione l’ha gestita relativamente bene. Basta osservare in altri Stati chi sono i leader politici e quali scelte disastrose riguardo al covid hanno fatto contro le popolazioni.
L’avvocato ha deciso di aiutare le persone, ha detto che la vita umana è il valore fondamentale, che il capitalismo neoliberista non aiuta l’evoluzione della società ed ha parlato di un Nuovo Umanesimo. Non solo ha fatto dichiarazioni, ma anche agito tentando nei limiti imposti dalla situazione e dalla sua formazione culturale di essere coerente. D’altra parte non essendo a capo di nessun partito non era ricattato dalle eventuali “punizioni” elettorali o dai rimproveri da parte dei poteri che lo finanziano. Insomma si è mostrato di una razza molto differente dai suoi “colleghi”.
Sappiamo bene che quando un politico oggi parla – senz’altro non ci riferiamo ai politici immaginati da Platone – dobbiamo chiederci immediatamente che cosa volesse veramente dire dietro le parole. Sappiamo bene che quando questo politico dice “per il bene del Paese” sta parlando di ben altra cosa, ossia del suo personale Paese. Un mondo dove le parole hanno perso qualsiasi significato coerente e l’unica abilità è quella di vendere fumo e di cavalcare gli avvenimenti per restare a galla. Un mondo dove il trogloditismo si fa sempre più strada. Solo un esempio: non ci si fa scrupoli ad usare la sofferenza di povere persone, chiamate immigrati, per sfruttare il malcontento di altre povere persone che non vedono alcun futuro, per poter guadagnare voti alle elezioni. E questo senza avere nessun interesse sincero verso la sofferenza di nessuno, che viva al di là o al di qua del mare.
In questo contesto il signor Conte mi è sembrato quasi un essere umano, specie difficile da incontrare nelle stanze del Palazzo. E cosi i trogloditi lo hanno espulso, perché molto pericoloso per la loro sopravivenza. D’altra parte avevano già sviluppato un’immunità di gregge che tra l’altro aveva loro permesso di uniformare e addomesticare con una certa facilità anche alcuni esemplari Homo sapiens del Movimento 5 stelle.
Per tutto questo dico che quanto accaduto è stata un’espressione di razzismo, razzismo contro gli esseri umani. Sicuramente un attento giornalista direbbe che bisogna capire che il vero tema è la gestione dei 200 miliardi di euro del Recovery Fund… ma preferisco rimanere nel punto di vista dell’armonia e delle note stonate.
Non sto parlando contro la politica o i politici in generale, e nemmeno contro la “casta”. Discorsi simili sono pericolosi e purtroppo sempre più frequenti e possono rappresentare nel loro degradare la politica e la democrazia un precedente che apre la strada alla dittatura. Dittatura che potrà essere più o meno esplicita o velata. Mettere un Monti o un Draghi a capo del Consiglio dei Ministri non è in qualche modo affermare il potere, il sommo valore e quindi la dittatura della Banca e del capitale finanziario? Perché non scegliere un medico o un insegnante, o ancora meglio una casalinga? Rappresenterebbe sicuramente meglio le necessità delle persone concrete e reali e non gli interessi dei banchieri e dello spread!
Il punto è come riappropriarsi della politica e avere sempre più esseri umani tra i politici. E’ necessario imparare ad ascoltare nelle persone la loro musica, le melodie che suonano, la loro sincerità o malafede. Forse cosi alle prossime elezioni, e non solo alle elezioni, saremmo in condizione di individuare gli esseri umani nel gregge degli anti-umanisti.