Le autorità francesi stanno facendo ricorso a tattiche illegali per reprimere le proteste e mettere a tacere chi critica la pericolosa “legge sulla sicurezza globale” che sarà votata il prossimo mese al Senato francese. La proposta di legge limiterebbe la possibilità delle persone di far circolare immagini relative a violenze della polizia, e allo stesso tempo, aumenterebbe i poteri di sorveglianza della polizia attraverso l’utilizzo di sistemi di monitoraggio a circuito chiuso e droni.
“Le persone che protestano contro il pericoloso disegno di legge sulla sicurezza globale sono state arrestate e vengono detenute su basi pretestuose. La mano pesante con cui la polizia francese ha gestito queste proteste non fa altro che sottolineare perché sia così necessario tenere sotto osservazione l’operato della polizia. Questa legge potrebbe impedire ai giornalisti di raccontare eventuali violenze della polizia, creando un precedente estremamente pericoloso”, ha dichiarato Marco Perolini, ricercatore sull’Europa di Amnesty International.
“L’arresto di persone che protestano pacificamente contro una legge che calpesterebbe ulteriormente i loro diritti è una mossa che sembra uscita direttamente dal ‘manuale del violatore dei diritti umani’. Azioni così pericolose rappresentano una grave minaccia per i diritti delle persone in Francia”, ha aggiunto Marco Perolini.
Decine di migliaia di persone, tra cui anche giornalisti e attivisti, sono scese in strada in Francia dal novembre del 2020 per opporsi alla proposta di legge sulla sicurezza globale, oltre a quella sui principi della repubblica.
Decine di migliaia di manifestanti hanno preso parte alle proteste organizzate il 12 dicembre 2020 in numerose città. A Parigi in quella giornata sono state arrestate 142 persone; 124 fra loro sono state poste in stato di detenzione cautelare. Circa l’80 per cento di questi manifestanti, alla fine, non ha subito alcun procedimento giudiziario.
Molti di questi manifestanti sono stati arrestati per reati non violenti definiti in maniera poco chiara dal diritto francese, tra i quali il reato di oltraggio a pubblico ufficiale e partecipazione a un gruppo con lo scopo di predisporre atti violenti.
È proprio la definizione poco chiara di questi reati a rendere queste motivazioni insufficienti a giustificare molti degli arresti e delle detenzioni cautelari. Amnesty International ha manifestato preoccupazioni simili in merito agli arresti arbitrari collegati alle proteste dei “gilet gialli” iniziate nel 2018 contro le riforme delle pensioni e anche alle manifestazioni seguite al lockdown per il Covid-19 nel 2020.
Nonostante le autorità promuovano l’adozione di misure per evitare la diffusione del Covid-19, l’aver indossato una mascherina al volto durante una riunione pubblica ha rappresentato una delle motivazioni degli arresti.
“Amnesty International chiede al presidente Emmanuel Macron di assicurare che vengano ritirate tutte le disposizioni che violano il diritto a riunirsi pacificamente. Chi partecipa in maniera pacifica alle manifestazioni in vista del dibattito al Senato in programma per il 3 marzo deve poterlo fare senza temere l’arresto”.
Ulteriori informazioni
L’Assemblea nazionale ha adottato il disegno di legge il 24 novembre 2020.
La discussione nella commissione del Senato si svolgerà il 3 marzo. La votazione in plenaria avrà luogo il 15 marzo.
Rapporto di Amnesty International, Francia, arrestati per una manifestazione: la legge diviene un’arma per reprimere manifestanti pacifici in Francia.
Il 29 settembre, Amnesty International ha lanciato la campagna internazionale “Occhi sulla Francia” per sollecitare il presidente Macron a permettere alle persone di manifestare pacificamente. Solo in Francia, ad oggi, sono state raccolte circa 60.000 firme.