La crisi di Governo, la discesa in campo di Mario Draghi e una lettura metaforica con un pizzico di ironia ci porta a riflettere sul difficile momento storico italiano.
La tragedia greca nasce ad Atene nella metà del VI sec. a. C., era una rappresentazione teatrale di cui ci dette molte informazioni il filosofo Aristotele, egli racconta quanto Eschilo, il più grande genio della letteratura drammaturgica mondiale insieme a Shakespeare, “fece protagonista il dialogo”; essa, la tragedia, metteva in scena le vicende umane in cui erano presenti soprattutto gravi sventure e sofferenze. Quante sventure e sofferenze ha dovuto subire l’umanità! Non finiranno mai e soprattutto in questo momento storico scorgo nelle nostre situazioni sociali e politiche il dramma dell’incapacità di dialogare: ogni schieramento politico è rimasto fino a qualche giorno fa sulle proprie posizioni. Quanta lontananza, non solo di secoli, ci separa della visione politica dell’antica Grecia. Non possiamo paragonare il qui ed ora con il là ed allora, come diceva giustamente Heiddeger non possiamo pensare come i Greci e, come dico io, non ne saremmo mai capaci anche a causa del decadimento culturale della nostra epoca. Non sono una nostalgica, ma il passato è la nostra origine, storia, cultura da non dimenticare perché in grado si farci progredire e anche se pensiamo diversamente dal passato siamo immersi in problemi analoghi. In realtà noi dovremmo essere in cammino verso una sempre migliore capacità di pacifica convivenza. Eppure sembra così difficile, i fatti ci scoraggiano, i politici ci deludono… fin quando dopo alcuni anni di dissidi parlamentari scende in campo Mario Draghi e tutto cambia prospettiva. Come sempre la mia è un’analisi a-partitica di una politica, che è visione della polis, una politica intesa come arte e scienza di governare uno stato.
Se paragoniamo la scena politica italiana ad una tragedia greca ecco che tutto diventa metaforicamente chiaro: Mario Draghi è il Deus ex machina, il Dio che parla dalla macchina. Nella tragedia greca il Deus ex machina era una divinità che, fatta discendere sulla scena dall’alto con un apposito meccanismo, appariva improvvisamente davanti al pubblico per risolvere situazioni complicate e conflitti insanabili. Questa locuzione latina oggi si usa per indicare una soluzione inattesa ad opera di una persona capace di imprimere la svolta positiva ad una circostanza difficile, all’epoca fu Euripide ad introdurre l’escamotage del Deus ex machina… Vedete come tutto torna? Sulla scena tragica della politica italiana dove il conflitto è insanabile si rende necessario un intervento e Draghi compare: lo spread scende, i mercati salgono, gli schieramenti quasi all’unanimità lo appoggiano e sono pronti al dialogo: un miracolo greco!
Provate ad abbandonare ogni preconcetto, non pensate a Draghi e alla sua storia ed affidatevi per alcuni attimi al mio discorso: non si può ignorare la mia analisi né considerarla assurda, ho solo letto la realtà. Ora speriamo solo che il Draghi-Deus ex machina continui a portare benefici risolutori, ciò che mi intristisce è il qualcuno al di fuori del Parlamento che deve giungere per scogliere i nodi che avrebbero dovuto districare dal di dentro, anche perché non è la prima volta.
Il mio professore di latino quando non sapeva più cosa fare per farci tradurre correttamente le versioni ci ripeteva: “Oh, dei! Oh, dei! Venite in cinque o sei!”.
Beh, speriamo che questa volta ne basti uno solo!