L’Ordine dei Medici di Torino coadiuverà l’Ente gestore Gepsa del CPR di Torino nella gestione della salute delle persone migranti.
Protocollo condiviso con la Prefettura e l’Ente gestore della struttura
L’Ordine dei Medici di Torino collaborerà all’assistenza sanitaria all’interno del Cpr, il Centro di Permanenza per il Rimpatrio degli immigrati con provvedimento di espulsione di via Santa Maria Mazzarello, formando una squadra di medici volontari che supporteranno i pochi medici già in servizio.
Nei giorni scorsi è stato definito e condiviso con la Prefettura di Torino un protocollo d’intesa fra l’Ordine e Gepsa, l’ente gestore della struttura: il documento consentirà l’avvio e la regolamentazione dell’attività.
“È un progetto a cui lavoriamo da tempo, fin da prima che scoppiasse la pandemia di Covid – spiega il presidente dell’Ordine Guido Giustetto -. Ci siamo chiesti quale contributo potesse fornire l’Ordine per affrontare le problematiche di carattere sanitario che si verificano all’interno del Cpr. L’idea che abbiamo avuto è quella di costituire una squadra di medici volontari, scelti fra tutti i nostri iscritti che vorranno aderire, in supporto ai medici che vi prestano servizio e non riescono a rispondere a tutte le esigenze sanitarie degli ospiti”.
Il team di medici volontari costituito dall’Ordine si occuperà dell’assistenza sanitaria nelle ore in cui i medici della struttura non sono presenti, oltre a fornire la propria collaborazione in una serie di attività: somministrazione di farmaci e terapie, vaccinazioni, prelievi ematologici, raccolta di anamnesi dettagliate, aiuto nella compilazione e nell’aggiornamento delle cartelle cliniche, traduzione della documentazione sanitaria straniera insieme ai mediatori culturali, preparazione delle schede di dimissione per gli ospiti con problemi di salute incompatibili con la vita in collettività ed indicazioni per le cure.
“L’Ordine in questo contesto – aggiunge il presidente Giustetto – svolgerà inoltre un ruolo di coordinamento e di garanzia, verificando che i medici che parteciperanno al progetto abbiano i requisiti di professionalità e le competenze specifiche necessarie, e monitorando successivamente gli esiti dell’iniziativa, anche nell’ottica di apportare modifiche e miglioramenti”.
“Questa collaborazione tra medici volontari e dipendenti permetterà di assistere al meglio gli ospiti – sottolinea la dottoressa Luisa Mondo della commissione Solidarietà dell’Ordine -, mentre il coordinamento con la rete di istituzioni e associazioni che operano sul territorio potrà curare le persone con problemi sanitari che saranno rilasciate dalla struttura, a tutela della salute dell’individuo e della collettività”.