Oggi, nel 45esimo anniversario della sua entrata in carcere almeno cinquanta attivisti, rimpolpati dall’imprescindibile presenza degli Ottoni a Scoppio, erano presenti a gridare “Libertà per Leonard Peltier, Free Leonard Peltier”.
Quante volte è stata gridata questa frase, ai quattro angoli del pianeta, da gruppi piccoli o grandi? Campagne su campagne si sono stratificate, ma fino ad ora non sono riuscite a far aprire quella cella.
Se Biden avesse la forza e il coraggio…. O forse dovremmo cominciare a chiederlo direttamente all’FBI. Se l’FBI, che ottenne la sua vendetta con la condanna a due ergastoli a Leonard e manifestò sotto la Casa Bianca quando Clinton stava per firmare la grazia, mollasse…
Ma nel frattempo non basta la speranza, ci vuole la costanza e la determinazione nel continuare a cercare tutti i canali per far uscire dal silenzio il suo nome, per sussurrarlo, per raccontarlo, per gridarlo.
Giustamente il sito ufficiale dei suoi sostenitori negli Usa si chiama www.whoisleonardpeltier.info (Chi è Leonard Peltier).
Oggi si sono uniti a questo presidio anche rappresentanti della lotta Mapuche, ricordando che sono almeno 40 i prigionieri politici Mapuche nelle carceri cilene. Un’altra vergogna, frutto della conquista più grande e spaventosa della storia, un intero continente che venne depredato.
Così quando rientrando in bicicletta mi telefona un’amica raccontandomi che non poteva essere al presidio perché stava facendo la baby sitter a una bimba di terza elementare, la quale però vuole conoscere la storia di Leonard, cerco le parole più facili. Con il manubrio in una mano e il telefono nell’altra le racconto la storia di quest’uomo… Zamira ne scriverà nel giornalino della sua scuola. Fantastica. Qualcuno vuole sapere!!
A presto.