Si è tenuto nel tardo pomeriggio di sabato 23 gennaio “La carica dei Centomila”, l’atteso evento Facebook organizzato dal Comitato Tutela Devero a seguito del superamento delle centomila firme in calce alla petizione “Salviamo l’Alpe Devero!”.

Una vera e propria conferenza per ragionare su “Avvicinare le Montagne”, il progetto che minaccia l’integrità del Parco Alpe Veglia – Devero in Piemonte e del relativo Sito europeo Natura 2000.

Tra i numerosi autorevoli ospiti dell’evento, Vincenzo Torti, Presidente Generale del CAI, ha definito l’Alpe Devero “un paradiso”, in una visione di montagna “che dovrebbe essere condivisa da tutti i soci del CAI”. Il Club Alpino Italiano – ha sottolineato Torti – “condivide totalmente la posizione di quelle centomila firme che stanno facendo un bene enorme,
tutelando qualcosa di prezioso in un modo corretto”.

“La difesa dell’Alpe Devero non è un fatto ideologico” – ha affermato Vittorio Cogliati Dezza, ex Presidente di Legambiente – “è una visione di futuro che riguarda anche il diritto delle persone che abitano la montagna di potere continuare a viverci.” Citando l’Enciclica “Laudato sii” di Papa Francesco, ha poi ricordato “l’assoluta necessità del mondo di oggi, fortemente interdipendente, di tener conto dell’ecologia integrale, in cui la dimensione della natura e dell’ambiente si collega ai bisogni della società…”. La lettera di Papa Francesco è stata al centro anche dell’intervento di Marzio Marzorati, Presidente del Parco Nord Milano.

Secondo l’Onorevole Rossella Muroni, Vicepresidente della Commissione Ambiente, Territorio e Lavori pubblici della Camera, “Avvicinare le Montagne” è un progetto “dal sapore un po’ vintage” privo di visione, in un tempo in cui “sta diventando cultura popolare l’idea che si può fruire la montagna e la natura senza passare per l’infrastrutturazione pesante e lo stravolgimento del paesaggio”.

La mancanza di un business plan che dimostri la sostenibilità economica di “Avvicinare le Montagne” suscita grandi perplessità, ha evidenziato l’imprenditore Andrea Ratti. Gli ha fatto eco Domenico Finiguerra, vincitore del premio nazionale Comuni Virtuosi “gestione del territorio”, del Forum Nazionale Salviamo il Paesaggio: “Si tende a considerare il territorio come se fosse un capitale da utilizzare e monetizzare…” mentre “il suolo non è un patrimonio rinnovabile”, ma un “capitale naturale, come un mobile antico che non dobbiamo bruciare per scaldarci, qualcosa che ereditiamo dal passato e ha a che fare con la nostra stessa vita”.

La Valutazione Ambientale Strategica (VAS) che dovrebbe decidere le sorti di “Avvicinare le Montagne” stenta a procedere, come spiegato da Piero Vallenzasca, Presidente di Italia Nostra VCO: “Abbiamo ragione di ritenere che ad oggi non sia neppure stato consegnato il rapporto ambientale… evidentemente ci sono delle criticità che non si riescono a superare e che il Comitato Tutela Devero aveva segnalato già tre anni fa”.

Criticità che hanno a che fare con “la solidità della legislazione europea” posta a tutela delle aree interessate da “Avvicinare le Montagne”, illustrata nell’intervento di Federico Nogara, ex funzionario dell’Unione Europea: “un quadro legale molto chiaro e stabile nel tempo, al riparo da cambiamenti da esigenze di breve periodo”. Norme che tuttavia non impediscono lo svolgimento di attività economiche, “purché esse siano in armonia con gli scopi di protezione dei siti Natura 2000”.

Matteo Castella, del Comitato Tutela Devero ha ricordato che “non c’è alcuna contrarietà del Comitato rispetto agli impianti da discesa esistenti a Devero e alla loro fruizione da parte di tanti appassionati sciatori”. Ma come affermato da Giorgio Daidola, docente dell’Università di Trento, occorre puntare a “uno sci rispettoso dell’ambiente”. Esistono già sull’arco alpino località in grado di accogliere grandi masse di sciatori da discesa: “ce ne sono già fin troppe, non bisogna crearne di nuove”. Allo stesso tempo, “Lo sci e il turismo sportivo devono mantenere la loro centralità… e i maestri di sci potrebbero fare moltissimo” per formare le nuove generazioni, facendosi interpreti di un nuovo modo di vivere la montagna. La guida alpina Stefano Michelazzi ha ricordato che le zone non antropizzate sono un’importante risorsa per l’attività delle guide, svolta spesso in collaborazione con i maestri di sci.

Della necessità di un cambio di passo dal punto di vista culturale ha parlato anche lo scrittore Enrico Camanni: “Purtroppo le amministrazioni locali, regionali, statali, credono ancora nell’equazione tra sci di pista e turismo alpino: è un problema di miopia… E’ un lavoro molto complesso.” Anche Lorenzo Cremonesi, giornalista del Corriere della Sera, ha citato la necessità di “riscoprire il valore della montagna senza mezzi meccanici… rispettando l’economia di montagna, senza estremismi, difendendo l’esistente ma senza costruire il nuovo”.

Argomenti rilanciati anche da Paolo Paci, direttore di Meridiani Montagne, che auspica “modelli di sviluppo che tengano conto dei danni fatti in passato, ma siano aperti alla diversificazione” da realizzare “con la condivisione e la partecipazione dell’intera popolazione… meglio duecento bed and breakfast di un albergone da duecento posti”.

Vanda Bonardo, presidente della CIPRA, ha proposto una riflessione sui cambiamenti climatici in atto, evidenziando l’andamento esponenziale dell’aumento di temperatura e le conseguenze sull’ambiente alpino.

Sarah Di Sabato, consigliera Regionale, ha ribadito i dubbi sulla sostenibilità del progetto “Avvicinare le Montagne”, invitando le popolazioni locali a non sottostare al ricatto di chi promette di realizzare opere essenziali per il territorio – quali la manutenzione e l’adeguamento della rete viaria – “in cambio” del consenso su progetti privi di garanzie e credibilità.

Il Comitato Tutela Devero continuerà a vigilare sul rispetto delle norme e sulle attività pregresse, ha ricordato l’avvocato Emanuela Beacco, aggiungendo che l’azione legale è sempre l’estrema ratio, “quando non resta altro da fare… perché è solo con la progettualità che si possono ottenere i risultati.”

Altre significativi contributi alla riflessione sono giunti grazie alle parole di Gigi Bellaria, bioarchitetto che ha evidenziato la dimensione “terapeutica” della montagna e in particolare dell’Alpe Devero. Susanne Mayer, guida escursionistica, ha sottolineato l’unicità dell’Alpe Devero, che proprio per la sua integrità è molto nota anche oltre confine; parole confermate dalla giornalista e scrittrice tedesca Iris Kürschner, che ha recentemente pubblicato sulla Rivista Panorama della DAV (CAI tedesco) di 600.000 copie un articolo sull’Alpe Devero in cui è citata l’azione di tutela.

Andrea Bocchiola, psicanalista e alpinista accademico del CAI, ha messo in evidenza il paradosso di “Avvicinare le Montagne”, che proponendo l’antropizzazione di aree non sfruttate, rende di fatto irraggiungibile lo spazio alpino. “Il contatto profondo con lo spazio alpino richiede una certa esposizione e la rinuncia al comfort…”.

L’evento del Comitato Tutela Devero si è concluso con la significativa testimonianza di Michele Galmarini, gestore del rifugio CAI “Enrico Castiglioni” presso l’Alpe Devero: “Nascere e vivere all’Alpe Devero ti porta a fare attenzione all’ambiente in cui vivi: dovremmo essere tutti ambientalisti…” Perché Devero è un posto dove “non c’è niente”, ed è proprio questo “niente” che lo riempie di bellezza e significato, rendendolo famoso anche all’estero.

La registrazione integrale dell’evento Facebook “La carica dei Centomila” è visibile al sito:
https://www.facebook.com/comitatotuteladevero/
oppure su YouTube, al seguente indirizzo:
https://www.youtube.com/watch?v=W5uy75oDxfM

Alpe Devero, 24 gennaio 2021
La petizione “Salviamo l’Alpe Devero” può essere sottoscritta a questo link

Al Comitato Tutela Devero aderiscono numerosi sostenitori, oltre a Mountain Wilderness, Salviamo il Paesaggio Valdossola, Italia Nostra VCO, Italia Nostra Piemonte, Legambiente VCO, Pro Natura Piemonte, Compagnia dei Cammini; il Comitato riceve il sostegno di Lipu e di Legambiente Nazionale.