E’ giunta ieri la triste notizia della scomparsa di Claudio Giusti, studioso e militante contro la pena di morte da tempo immemorabile ed anche collaboratore di Pressenza su questi temi dagli inizi dell’agenzia.
Come ricordava in una sua biografia “Claudio Giusti ha avuto il privilegio e l’onore di partecipare al congresso di fondazione della Sezione Italiana di Amnesty International, nel 1975, ed è stato uno dei fondatori, nel 2002, della World Coalition Against The Death Penalty.
Ha scritto una quantità di articoli e ha tenuto innumerevoli conferenze e seminari sui diritti umani e la pena di morte (ma anche su fumetti e cartoni animati)”.
E’ possibile leggere quello che ha scritto qui:
http://www.facebook.com/claudio.giusti.545
http://www.osservatoriosullalegalita.org/special/penam.htm
Abbiamo chiesto a Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International, di ricordarlo e lo ha fatto con queste parole.
“Claudio riteneva di essere il più grande esperto di pena di morte al mondo. Probabilmente lo era. O forse no, ma poco importa. Si proponeva come conferenziere su temi di giustizia nazionale e internazionale e riceveva inviti. Aveva una sua reputazione, una rete di contatti.
Soprattutto, Claudio aveva un ardore polemico fuori dal comune. Mandava delle mail spiritate contestando dati e informazioni. Criticava le ricostruzioni mainstreaming sulla grazia a Sacco e Vanzetti. Era il suo chiodo fisso.
Una volta, erano gli anni Ottanta, nella sede di Amnesty International di Bologna pose sul tavolo i notiziari della sezione italiana e di quella francese. Indicando il secondo, prendendolo in mano e sfogliandolo, mi disse tre volte: “Qui c’è ciccia”.
Ho tenuto in mente quelle parole da allora, riproponendomi sempre di “mettere ciccia”, ossia contenuti, non essere mai solo forma, ma “ciccia”.
La vita di Claudio è stata “ciccia”, tanta. Lo scrive, con affetto, uno che secondo lui era un pirla”.
La redazione di Pressenza porge commossa le sue condoglianze alla famiglia e agli amici.