A proposito dell’articolo comparso sul Corriere della Sera e diverse altre testate, relativo alla bozza del piano pandemico 2021-2023 che prevedrebbe che “in caso di crisi prima le cure a chi ne trae beneficio”. Un’affermazione e un’indicazione tanto impressionanti quanto inaccettabili: un piano pandemico deve prevedere come fare fronte alle esigenze, quali siano gli investimenti dove allocare le risorse.
Il senso di un piano, insomma, è l’opposto di quello che si scrive. Serve a essere preparati e a scongiurare condizioni che obblighino a scelte di quel tipo. Sancire in un piano la possibilità di non coprire tutte le esigenze è un precedente terribile, la scelta tra una persona e un’altra fondata sulla probabilità di efficacia della cura è immorale e illegale, è anticostituzionale!
Non è solo qualche presidente regionale di Confindustria che fa affermazioni spregevoli; qui si tratta di una barbarie espressa dal governo!
Insomma, un piano pandemico deve quantificare le risorse necessarie per affrontare la pandemia e allocarle affinché il piano possa essere attuato.
Il governo faccia chiarezza e ripristini il diritto universale alla salute previsto dall’art. 32 della Costituzione ed eviti le solite dichiarazioni utili a nascondere la mano dopo aver lanciato un sasso che fa davvero male!
Maurizio Acerbo, Segretario nazionale
Rosa Rinaldi, Responsabile sanità, PRC-S.E.