Si è tenuto in questi giorni un importante convegno dal titolo: la Psicoterapia al Tempo della Pandemia: La salute Mentale nel Cuore della salute Pubblica organizzato dalle tre principali organizzazioni di psicoterapia Italiane (FIAP, CNSP e SIPSIC) che ha visto la partecipazione di onorevoli, sottosegretari, tecnici dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) e professionisti del settore.
Focalizzerò l’attenzione su tre interventi particolarmente significativi, a mio avviso, della prima giornata quelli della sottosegretaria Sandra Zampa, del Responsabile per la Salute Mentale della Organizzazione Mondiale della Sanità per l’Europa, e del Segretario del CSNP Alberto Zucconi.
La sottosegretaria nel suo circostanziato intervento sulla situazione attuale ha messo l’accento sulla cronica carenza di integrazione socio-sanitaria.
Il rappresentante Dan Crisholm della WHO ha fornito un quadro dettagliato degli effetti della pandemia sulla salute mentale e proposto soluzioni.
Il dott. Zucconi ha ricordato l’importanza dell’intervento psicoterapeutico e di agire secondo scienza e coscienza in un’ottica non solo di cura ma anche di sviluppo del potenziale umano, schiudendo così uno spiraglio sullo sguardo che voglio qui sottolineare.
La carenza di integrazione socio-sanitaria sta a significare che ciascuno va per la sua strada senza uno sguardo in grado di gestire l’ipercomplessità richiesta, invece, dalla situazione.
La relazione del dott. Crisholm ha presentato ricerche interessanti dalle quali risulta, ad esempio, che la pandemia ha reso più sensibili allo sviluppo di depressione e ansia un ragazzo su due tra i 18 e 29 anni, e che il 17% ne sono stati affetti. Un’altra ricerca ha dimostrato che in 2000 giovani con una storia pregressa di disturbi mentali la pandemia ha peggiorato la situazione nell’80% dei casi. Una terza ricerca svolta su 170 istituzioni che si occupano di salute mentale ha riportato che la pandemia ha aumentato nell’80% dello staff problemi come burnout, stress e frustrazione, mentre il 60% riferisce di un aumento di problemi tra i residenti come, ansia, stress, agitazione, comportamenti disfunzionali e tentativi di suicidio. Nel 40 % dei casi sono anche aumentate le misure restrittive come reclusione e contenimento fisico.
A fronte di tali dati il dott. Crisholm ha ricordato che le dimensioni della salute mentale definite dalla WHO vanno dalla promozione di una positiva salute mentale, alla prevenzione del disagio mentale, alla remissione dei disordini mentali, al recupero della disabilità psicosociale.
La relazione si è conclusa con la presentazione della Piramide della Salute Mentale e del Supporto Psico-sociale che ha al suo apice l’intervento specialistico, psichiatrico e psicologico seguito dal supporto di base non specialistico per continuare con il supporto fornito dall’educazione dalla comunità e sui luoghi di lavoro dai propri pari, per finire col supporto familiare e di auto-consapevolezza.
L’impressione che se ne ha, ascoltando relatori così esperti e coscienziosi, è che manchi qualcosa.
Veniamo quindi all’invito di Zucconi: scienza, coscienza e sviluppo delle potenzialità.
Chiediamoci allora quale coscienza? La coscienza istintiva che ci fa togliere la mano dal fuoco per non scottarci? Certamente no. Stiamo parlando della coscienza razionale, morale, supportata dal pensiero critico della scienza.
Il problema è che l’ipercomplessità, dalla quale nessuno di noi può sottrarsi in questa epoca post-moderna e che la pandemia sta clamorosamente risaltando, non può essere né colta né risolta con lo sguardo analitico della mente razionale e difficilmente affrontata con i metodi di una scienza riduzionista e materialista.
Ci vorrebbe una nuova visione.
La buona notizia è che questa esiste, anche se tuttora perlopiù ignorata.
Si tratta della visione olistico-sistemica, il cosiddetto nuovo paradigma emergente che ormai dalla metà del secolo scorso sta cercando faticosamente di affermarsi.
Due sono a mio avviso i fattori per i quali, pur fornendo soluzioni molto più adeguate all’epoca che stiamo vivendo ed efficaci soprattutto nell’ambito della salute mentale, ancora stenta ad affermarsi.
Il primo è dovuto al fatto che i risultati del paradigma scientifico dominante sono innegabili nel favorire il progresso tecnologico e la salute delle popolazioni. Il secondo è che per avere uno sguardo unitario, dinamico, interconnesso come richiesto dal nuovo paradigma, non basta la buona volontà, bisogna compiere un salto di coscienza.
La seconda buona notizia è che tale salto è a nostra disposizione e inizia quando ci accorgiamo che possiamo osservarci pensare. E di conseguenza, osservarci sentire e agire.
Ecco l’inizio di un nuovo mondo, ecco la rivoluzione planetaria che ci sta aspettando, quando mi osservo pensare, sentire agire, creo le condizioni per la consapevolezza.
Lo sviluppo della consapevolezza a sua volta crea le condizioni per l’accesso a uno stato di coscienza di ordine superiore, intuitivo, unitivo che ha come strumento l’insight, la percezione immediata fuori dal tempo; come quando un lampo si accende nel buio.
La coscienza unitiva, a sua volta fornisce le basi per una scienza integrale in grado di compiere quell’integrazione auspicata dalla dott.ssa Zampa e quello sviluppo delle potenzialità invocato dal dott. Zucconi.
Una scienza della coscienza, consapevole che il costrutto di salute mentale è un artificio obsoleto, da trascendere e includere: la salute è una, integrale, psico-fisico-spirituale.
Allora potremmo integrare la Piramide del WHO con una risorsa trasversale, l’educazione una presenza consapevole e a uno sguardo integrale.
Forse la pandemia è venuta per dirci che è giunto il momento del salto, di cercare la soluzione pensando out of the box, seguire il monito di Einstein: non si può risolvere un problema con la stessa mente che l’ha creata.
Forse il COVID ci sta sussurrando all’orecchio in modo forte e chiaro: per carità, niente ritorni alla normalità.
L’invito è di sensibilizzarci alla nuova visione olistico-sistemica che nel frattempo è evoluta acquisendo gli aggettivi di transpersonale e integrale in aggiunta a quelli originari, ormai un po’ datati.
L’invito è a non indugiare oltre, tutto è pronto, tutto è a portata di click, ormai, e questa è la terza buona notizia.
Partiamo da noi stessi, partiamo ora, ascoltiamoci dentro, osserviamo, impariamo a trovare ciò che ci sta aspettando, a vedere chiaro; così ci proteggiamo.