Pienza e Trequanda in provincia di Siena, Campagnatico in provincia di Grosseto, sono i comuni toscani indicati dalla Carta nazionale delle aree idonee per ospitare i rifiuti radioattivi italiani. La mappa è uscita in queste ore sul sito www.depositonazionale.it. C’è anche la Toscana da cartolina quindi, quella bella e adatta solo al turismo estrattivo di qualità, tra i luoghi scelti dal governo per stoccare gli scarti delle fallimentari e illusorie politiche energetiche dei decenni passati.
La decisione “radioattiva”, calata dall’alto, non condivisa con gli enti locali e arrivata con il nulla osta del Ministero dello Sviluppo Economico e del Ministero dell’Ambiente, ha il merito però di far esplodere l’ipocrisia e la cattiva fede delle istituzioni toscane che da sempre contro le comunità locali progettano e realizzano le Grandi opere, cosiddette “inutili e imposte”.
Da sempre i “nostri” eletti progettano politiche contro le comunità attive con cittadini informati, movimenti attenti al bene comune e realtà in grado di produrre alternative virtuose in grado di non devastare i territori e produrre più occupazione quando si tratta di risolvere un problema.
È successo invece che appena una piccola parte della Toscana è divenuta un potenziale luogo dove stoccare i rifiuti nucleari, subito i sindaci interessati sono stati colpiti da quella stessa sindrome Nimby (Not In My Back Yard – Non nel mio giardino). Un concetto in genere da essi brandito contro i vari comitati e gruppi quando si oppongono alla costruzione di opere pericolose per la salute, dagli inceneritori con le loro diossine, ai rigassificatori con il loro rischio esplosione, solo per fare due esempi per tacer di alta velocità, aeroporti, autostrade… che le stesse istituzioni decidono di realizzare senza minimamente tener conto dei dei bisogni reali delle persone sui cui territori vanno a cadere.
Cosa pensa perUnaltracittà sui rischi del nucleare abbiamo già avuto modo di scrivere grazie ad Angelo Baracca e Tiziano Cardosi, oggi ci interessa l’aspetto politico di questa levata di scudi iperlocalistica messa in scena dai decisori pubblici toscani. Ecco come hanno frignato, in ordine di apparizione, gli “eletti dal popolo” una volta scoperta la destinazione nucleare.
Sindaci Val d’Orcia e della Val di Chiana – “Proposta irricevibile, non negoziabile e che non riteniamo di poter prendere in considerazione. Siamo un’area Unesco ad alta vocazione turistica. Ci adopereremo in tutte le sedi opportune che il confronto democratico consente attraverso il coinvolgimento dei cittadini per dire no”.
Sindaco di Campagnatico – “Non sapevo niente ma è una follia, scriverò al ministro dell’ambiente per invitarlo nel mio territorio. Magari capirà meglio dove siamo. Il mio no è inequivocabile. Il territorio di Campagnatico si regge sulle bellezze artistiche, culturali e agricole. Con le scorie nucleari sarebbe la fine. Chiederò aiuto a tutti, anche alla Regione Toscana. Siamo pronti a fare le barricate!”
Presidente della Regione Eugenio Giani, nel giorno dei paradossi spazio-democratici non poteva certo mancare – “È contraddittorio valorizzare scenari paesistici che, come nel caso della Val d’Orcia diventano patrimoni mondiali dell’Unesco, e prevedere poi depositi di scorie di materiale radioattivo nucleare, pur frutto di lavorazioni medicali. Sono convinto che il Governo si ricrederà sull’utilità di scelta ipotizzata in aree dove la bellissima Trequanda ai confini della Val d’Orcia o l’affascinante Campagnatico immerso nei tratti più belli della Maremma costituiscono un valore ambientale unico al mondo“.
Sulla stessa linea l’assessore regionale all’ambiente Monia Monni – “Affermiamo la nostra netta contrarietà alle possibili localizzazioni toscane, contrarietà che faremo valere in tutti i luoghi deputati e con tutti gli strumenti utili, a partire dalla consultazione pubblica prevista per individuare il sito più idoneo. Il nostro territorio vive di bellezza, di turismo e di agricoltura di pregio e, per valorizzarli ulteriormente, ha fatto la scelta di investire su un futuro fatto di ambiente, rinnovabili ed economia circolare. Contrari perché sarebbe in contrasto con la nostra storia, la nostra vocazione e la nostra idea di futuro”.
Sindaci, presidente, assessora, rilassatevi. Avete eroso e sterilizzato per decenni la democrazia che la rappresentanza ha messo nelle vostre mani a favore del mercato e dell’interesse dei più forti. Avete colpito spesso (con viltà e senza indugio) i bisogni delle persone più deboli, stornando fondi per miliardi di euro dai beni necessari come la casa, l’istruzione, la sanità, la cultura e l’ambiente. Avete favorito uno sviluppo che osate chiamarlo “sostenibile” e che ha devastato il Pianeta. Ormai è chiaro a tutti, anche ai vostri elettori che hanno solo due colpe: aver avallato le vostre carriere con il voto e non essere ancora consapevoli che devono alzarsi dal divano e tornare con piena libertà a fare politica attiva.
perUnaltracittà – laboratorio politico Firenze