Ad oggi si sa che se tutto andrà secondo quanto previsto senza ulteriori intoppi, la Pfizer fornirà all’Italia 470.000 dosi alla settimana; a queste dovrebbero aggiungersi le dosi del vaccino prodotto di Moderna, che dovrebbe avere a giorni l’ok dall’Ema, l’ente europeo regolatorio sui farmaci. Moderna ha garantito all’Italia circa 1 milione e trecentomila dosi per il primo trimestre, pari a circa 100.000 dosi ogni sette giorni, che sommate a quelle della Pfizer renderanno possibile vaccinare circa 300.000 cittadini a settimana considerato che per ogni persona vaccinata va accantonata un’altra dose per il secondo richiamo.
Con questo ritmo al 1° di aprile saranno vaccinate circa 4 milioni di persone; una cifra molto distante dai 13 milioni indicati dal Ministro della Sanità.
Il maggior contributo alle vaccinazioni in Italia avrebbe dovuto arrivare da AstraZeneca, dalla quale l’Italia ha già acquistato 40 milioni di dosi, ma l’Ema ha comunicato che l’azienda non gli ha ancora consegnato tutta la documentazione necessaria affinché l’organismo europeo possa esprimere un parere. Come si è saputo qualche settimana fa, AstraZeneca ha dovuto ripetere alcune fasi della propria sperimentazione, dopo che era emerso come la miglior efficacia, attorno al 94%, sarebbe stata fornita da una dose differente da quella ipotizzata dalla casa produttrice.
Anche ammesso che il vaccino di AstraZeneca riesca ad essere disponibile nel giro di un mese, non pare credibile che l’azienda possa fornire all’Italia entro marzo le dosi per vaccinare 10 milioni di cittadini. E non appare nemmeno credibile che tale quantità di dosi possa essere fornita ulteriormente da Pfizer, considerato che non sono state modificate le regole sui brevetti che avrebbero dato la possibilità ad altre aziende pubbliche e private di produrre il vaccino, così come avevano chiesto India e Sudafrica; tale proposta è stata bocciata grazie all’opposizione degli Stati Uniti e dell’Unione Europea, che hanno anteposto gli interessi di Big Pharma alla salute dei cittadini. I numeri forniti dal governo, a meno di informazioni riservate e non rese pubbliche, paiono per ora essere molto lontani dalla realtà.
A tutto questo si aggiunge il silenzio che è calato sul bando indetto con enorme ritardo dal commissario straordinario poco prima di Natale, per il reclutamento di 3.000 medici e 12.000 infermieri necessari per la campagna vaccinale.
In questo quadro le polemiche sull’obbligatorietà e sui patentini che dovrebbero garantire dei benefit alle persone vaccinate appaiono almeno per ora decisamente fuori tempo.