Può presentarci brevemente la sua associazione?
Meter è nata ad Avola, in provincia di Siracusa, nella parrocchia Madonna del Carmine, luogo in cui iniziai a svolgere il mio ministerio di parroco. Nel ‘91 avevo uno dei primi computer; oltre ad avere ascoltato le esperienze drammatiche di abuso da parte di alcuni bambini, mi imbattei nelle prime immagini e video pedopornografici. Non vi erano allora leggi e orientamenti per quanto riguardava le nuove tecnologie, così posi dunque la domanda su cosa potessi fare nei confronti di quei bambini abusati. Cominciai allora a inviare denunce via fax, perché nemmeno le Procure avevano dei computer. Iniziammo da quel momento una lotta, aiutati anche dai mass media, in cui chiedevamo interventi sulla questione e scattarono particolari attività investigative al riguardo. Oggi vi sono leggi, orientamenti e pronunciamenti contro la pedofilia e la pedopornografia, mentre a quei tempi no. Grazie a dei parlamentari riuscii a parlare e a mostrare all’ex Presidente della Camera Luciano Violante ciò che accadeva in Internet. Nel ‘97 il Parlamento italiano fu il primo al mondo a votare una mozione contro la pedofilia. Questa mozione porta il mio nome. Partendo da una piccola comunità provinciale della periferia del sud Italia, abbiamo dato risposte concrete a un fenomeno iniziato trent’anni fa.
Meter è un ufficio altamente specializzato nel monitoraggio della rete soprattutto per ciò che riguarda la pedofilia, la pedopornografia e l’abuso sui minori. Abbiamo un centro di ascolto e di accoglienza delle vittime e offriamo anche un accompagnamento da parte di un gruppo di specialisti (psicologi, psicoterapeuti, avvocati e assistenti sociali). Negli ultimi anni abbiamo accolto e sostenuto più di 1.700 vittime di abuso (maltrattamenti, trascuratezza, abuso sessuale etc..). Prima di queste misure restrittive dovute al covid organizzavamo più di 380 convegni all’anno in tutta Italia e in Europa. Andavamo nelle scuole, nelle università, nelle diocesi, nel mondo laico culturale ed intellettuale. Abbiamo anche un centro polivalente di cura per i bambini autistici.
L’associazione Meter presenta ogni anno un report sulle segnalazioni di abusi e prodotti pedopornografici. Cosa indicano i dati del 2020 rispetto all’anno precedente?
Stiamo riportando i dati del 2020 sul nostro portale, dove potete consultare tutti i report degli anni precedenti. Prima di darvi qualche numero vorrei spiegarvi la sua logica, non essendo un elaborato statistico. I numeri che offriamo rappresentano l’impegno della OSMOCOP (Osservatorio Mondiale contro la Pedofilia) e anche di Meter. I report mostrano anche un lavoro di analisi scientifica: ad esempio vengono riportati i profili dei pedofili, si mostra l’andamento della pedopornografia nel mondo, come si sposta e si struttura.
Nel 2020 le segnalazioni sono molto aumentate e soprattutto sta aumentando moltissimo la produzione e divulgazione degli abusi che i bambini subiscono. Stiamo parlando di milioni di bambini coinvolti, che vanno dai neonati (fenomeno dell’infantofilia) fino ai 12/13 anni. Il pedofilo preferisce i bambini prepuberi, dai 14 anni in su parliamo di sfruttamento dei minori a scopi sessuali. Ciò che io chiamo “la digitalizzazione del corpo sessuale”, ossia la sua esposizione, è uno dei fenomeni endemici e molto presenti in cui le organizzazioni criminali fanno la loro parte. Queste hanno fiutato l’affare nel commercializzare i bambini e nel produrre materiale pedopornografico attraverso canali ben precisi e definiti nei quali il flusso economico è quasi inquantificabile con la complicità di tanti fattori.
Quali fattori?
Secondo i dati dell’OMS nel mondo vi sono due miliardi e quattrocento milioni di minori; di questi un miliardo e trecento milioni hanno subito violenze o negligenze fisiche, emotive o sessuali.
Se metà della popolazione mondiale è abusata (l’abuso sessuale è solo una delle forma, anche se molto presente) allora vi è una forma deviata di percepire il bambino e di concepire la sessualità. Dobbiamo riflettere su come percepiamo i bambini, con una visione condizionata dal potere dei media e della globalizzazione. Vi sono fattori culturali, antropologici, delle periferie intese non solo territorialmente ma anche nelle nostre famiglie. C’è molta povertà d’affetto e relazionale.
Nella pedofilia e pedopornografia ci sono due livelli: il primo è legato alla criminalità, mentre il secondo è in relazione con l’aspetto pseudo culturale. Esiste un movimento ben strutturato e definito di soggetti che si autoproclamano pedofili e tentano di normalizzare la possibilità di vivere relazioni d’amore e anche sessuali con i bambini. Le lobbies pedofile sono molto strutturate nel mondo e vengono sostenute da frange culturali, filosofiche, psicologiche, antropologiche e storiche, secondo le quali la pedofilia non è un malessere, ma un fenomeno che è sempre esistito. Non veniva condannato perché era un rapporto tra il pedagogo ed il discepolo in cui attraverso la sodomizzazione si trasmetteva il sapere. Questi gruppi sostengono anche che la pedofilia sia l’ultimo tabù sessuale da sconfiggere, così come è avvenuto per l’omosessualità e la definiscono un orientamento sessuale, un semplice fatto naturale e non una devianza, o un disturbo della personalità. Si autodefiniscono pedofili virtuosi che non vogliono fare del male ai bambini, dato che questi possono esprimere il loro consenso, pur essendo minori.
Questa non è la fissazione di un prete: se cercate in internet troverete enormi portali in cui vengono raccolti fondi e avanzate le ipotesi per giustificare la pedofilia. E’ un mondo enorme e non c’è paese al mondo in cui non si avanzi questo tipo di giustificazione della pedofilia culturale. E’ un tentativo costante, come la goccia che scava la roccia. Qualcosa si sta facendo per contrastare questi movimenti: ad esempio è stata costituita in Europa la Convenzione di Lanzarote, che ha classificato come apologia di reato il divulgare o il giustificare la pedofilia, anche attraverso i social network.
Io sono il nemico numero uno della pedofilia culturale e ho ricevuto numerose minacce dall’ex partito olandese dei pedofili. Dobbiamo lavorare tutti assieme per rendere l’infanzia più serena e per questo mi appello alle diverse associazioni che hanno a cuore questo tema.
Perché i media televisivi non parlano di questo argomento?
La questione della pedofilia è trasversale e complessa, ha delle maglie che si intrecciano e dunque parlarne significherebbe rendere noti fenomeni scandalosi e intollerabili. E’ però necessario raccontare l’abuso con le dovute cautele. Parlare di abusi di neonati paralizza, traumatizza e narcotizza; una persona sensibile non riesce ad accettare questi gravissimi fenomeni. E’ necessario che i media amplifichino la denuncia e che aiutino l’opinione pubblica a impegnarsi sempre di più. E’ o non è un crimine contro la piccola umanità? Perché non se ne parla, quando sappiamo dai dati dell’OMS che in Europa vi sono circa diciotto milioni di minori abusati? Non è una forse una tragedia?
Personaggi dello spettacolo e della politica parlano della violenza contro le donne, ma perché non si parla anche degli abusi sull’infanzia? Forse perché è un argomento scomodo?
Qual è la sua posizione riguardo agli abusi sui minori compiuti all’interno della Chiesa e spesso coperti dalle autorità ecclesiastiche?
Credo che dobbiamo ribadire con molta serenità che la Chiesa non ha assolutamente paura di esporsi e di dire la verità. C’è stato un serio problema, dove la lobby del silenzio ha permesso la chiusura, la rimozione e l’incapacità di gestire questo vergognoso scandalo, ma questo avviene anche nella società.
Certo, esistono sacerdoti pedofili, ma non dimentichiamo che esistono anche magistrati pedofili, psicologi pedofili, avvocati pedofili, maestri pedofili, genitori pedofili. Non è la categoria che fa il pedofilo, è il soggetto che ha delle responsabilità personali. Un abuso è sempre un abuso. E non credo che se un magistrato pedofilo venisse inquisito e condannato, bisognerebbe poi accusare tutta la magistratura.
E’ fondamentale dire che la Chiesa si è posta sempre dalla parte dei bambini: a fronte di migliaia di sacerdoti accusati, processati e condannati perché hanno compiuto gravi fatti personali, ci sono comunque centinaia di migliaia di altri sacerdoti che, nei campi di frontiera, nei luoghi dove l’infanzia è abbandonata, si prodigano affinché nessun bambino venga violato, ma anzi venga sempre aiutato. In effetti, c’è quasi una strategia culturale, ed è questo che mi dispiace e che non aiuta nessuno.
Oggi non siamo più all’anno zero. Si deve fare sempre di più con responsabilità, trasparenza e capacità di tutelare senza tentennamenti i minori e le persone vulnerabili. Tutti siamo chiamati responsabilmente a fare la nostra parte.
Come genitori, come possiamo prevenire la caduta dei nostri figli nella rete della pedofilia?
I genitori dovrebbero assumersi la responsabilità di fare i genitori e gli educatori; non possono delegare alla scuola, alla Chiesa o alla società questo ruolo. I genitori hanno affidato il ruolo di trasmettere la vita, la sua bellezza e i suoi valori alle bambinaie o agli smartphones. Non si può dare ai bambini strumenti quali Internet o smartphones, dato che non sappiamo chi ci sia dall’altro lato di molte chat. I bambini devono essere accompagnati dai genitori, che dovrebbero avere chiaro l’orientamento da dare ai figli. L’orientamento nasce dall’amore, ossia dalla capacità, dall’ambito e dal ruolo in cui mi ritrovo, sapendo che l’altro darebbe la vita per me.
In una società globalizzata che ha il potere di manipolare le nostre menti dal punto di vista psicologico e non solo, dobbiamo avere la capacità di creare il recinto di protezione contro le derive e i naufragi nelle isole deserte. E’ necessario attivare con creatività processi educativi nuovi in un mondo che ha bisogno di tutto ciò.
Come contattare l’associazione Meter per denunciare un possibile abuso?
Il nostro numero verde è 800455270. Le denunce le ascoltiamo, le inoltriamo e accompagniamo i denuncianti nei posti di polizia. Inoltre accompagniamo psicologicamente e giuridicamente le presunte vittime.
Per concludere vorrei invitare tutti alla riflessione su questo fenomeno affinché le cose possano cambiare,
Dobbiamo avere audacia, costanza e intelligenza. La pedofilia e la pedopornografia sono una forma di schiavitù, quindi dobbiamo lavorare insieme per liberare questi nuovi schiavi.
Fonti:
World Health Organization (2013). European report on preventing child maltreatment https://www.who.int/reproductivehealth/en/
https://www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=58711
https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/it/ip_20_1380