L’Ospedale Maria Adelaide, chiuso nel 2016 dalla Giunta Regionale Chiamparino, non è mai uscito dal dibattito e dalle polemiche, oggi l’assemblea “Riapriamo il Maria Adelaide” ha manifestato di fronte alla struttura.
La politica di tagli sconsiderati alla sanità pubblica è iniziata in modo evidente con la giunta Cota (Lega), quel piano di pervicace smantellamento del servizio sanitario e di drastica riduzione di posti letto è continuato con la giunta Chiamparino (PD) per opera dell’Assessore Saitta, e sta continuando con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti con Cirio (prima Lega e poi FI) e Icardi (Lega).
Invece che cogliere l’occasione di questa pandemia per tornare ad investire sulla sanità per tornare ad aumentare i posti letto, si continua a non assumere, a creare strutture provvisorie da smantellare a fine emergenza, con costi che non hanno una vera ricaduta in termini di benefici duraturi sul servizio sanitario, ad utilizzare tende da campo dell’Esercito.
Non si sono neanche fatti quest’estate, come denunciano i sindacati dei sanitari, gli adeguamenti strutturali per una seconda ondata ampiamente annunciata
Pochi mesi fa sono stati chiusi gli ospedali di Alba e di Bra.
Una politica totalmente autoreferenziale che scontenta chiunque, una sanità funzionante è interesse di tutti: dalla persona di una classe medio-alta alla persona in condizioni di fragilità sociale.
Un’occasione persa: a fine pandemia i servizi sanitari pubblici saranno quelli di sempre: ovvero incapaci di far fronte ai reali bisogni della cittadinanza, costretta obtorto collo a ricorrere al privato.
Lo stiamo peraltro già vedendo con una cosa attualmente considerata di assoluta primarietà come i tamponi: la Sanità piemontese non riesce a far fronte alla reale richiesta di tamponi.
L’ospedale è stato chiuso nel 2016 dalla Giunta regionale Chiamparino con Saitta Assessore alla Sanità, in questo articolo il comunicato stampa dell’assemblea “Riapriamo il Maria Adelaide” con le rivendicazioni.
Un cartello dei manifestanti invitava le macchine di passaggio a suonare il clacson in segno di solidarietà e adesione, in molti hanno suonato.
Al presidio erano presenti molti “semplici” cittadini, il larga parte residenti nel quartiere Aurora.