“Perché fermarsi a 600 dollari a persona? Perché non 1.000? Perché non 2.000?” Con queste domande il senatore Rand Paul, repubblicano del Kentucky, esprimeva la sua opposizione al pacchetto di salvataggio per affrontare i disagi economici causati dalla pandemia. Il senatore Bernie Sanders, democratico socialista del Vermont, ha però giustamente risposto che Paul non si era preoccupato quando votò con i membri del suo partito per i massicci sgravi fiscali che hanno beneficiato gli ultraricchi.
Il pacchetto approvato con voti bipartisan alla Camera (259 sì, 53 no) e al Senato (92 si, 6 no) prevede una spesa di 900 miliardi, offrendo 600 dollari per ogni adulto e bambino in famiglie con reddito inferiore a 75.000 dollari annui, sussidi ai disoccupati, alle piccole imprese e fondi per il vaccino anti-Covid. Anche le scuole e gli ospedali riceverebbero sussidi e gli inquilini beneficerebbero di una moratoria sugli sfratti. Si tratta di un compromesso inadeguato, come ha ribadito Sanders, ma molto meglio di niente. In effetti, si è trattato di negoziati durati parecchi mesi; alla fine, con la spinta di Joe Biden, presidente eletto, si è arrivati al compromesso. Anche Donald Trump ci ha guadagnato, poiché il pacchetto include 1,4 miliardi di dollari per continuare la costruzione del muro al confine col Messico.
Ci guadagnerebbe politicamente anche Mitch McConnell, leader repubblicano al Senato, poiché la nuova legge aiuterebbe i due candidati al Senato in Georgia, Kelly Loeffler e David Perdue. I due stanno lottando per una rielezione che sarà decisa nel ballottaggio il 5 gennaio; l’esito del voto potrebbe essere determinante per determinare la maggioranza al Senato. Trump era rimasto in grande misura fuori dai negoziati, delegando il compito al suo rappresentante Steve Mnuchin, Ministro del Tesoro e concentrandosi sulle elezioni e poi sul tentativo, senza successo, di ribaltare i risultati elettorali.
Il pacchetto doveva arrivare alla sua scrivania e tutto faceva prevedere che lo avrebbe firmato. Inaspettatamente, però, come spesso fa, Trump ha cambiato idea. In un video diffuso qualche giorno fa ha definito la legge “una vergogna” per le “spese inutili” previste, ma allo stesso tempo ha dichiarato che 600 dollari per ogni adulto non sono sufficienti. Vuole che ogni americano riceva 2.000 dollari. L’annuncio è stato subito accolto con entusiasmo da Nancy Pelosi, leader della maggioranza democratica alla Camera e Chuck Schumer, leader della minoranza al Senato, che hanno dichiarato la loro disponibilità. Silenzio però dai repubblicani e da McConnell, i quali avevano resistito alla proposta, limitando i sussidi a 600 dollari.
Trump non ha esplicitamente minacciato di imporre il suo veto, ma lo ha lasciato intendere. Le due Camere avrebbero ampi margini per annullare il veto, ma adesso con l’offerta di un sussidio di 2.000 dollari, McConnell si trova nei guai, dovendo lottare contro questa anomala “alleanza” fra Trump e i democratici.
In Georgia, dove è in corso la campagna elettorale dei due seggi senatoriali, Perdue, uno dei due candidati repubblicani, aveva già fatto mandare in onda annunci televisivi in cui faceva riferimento allo stimolo e gli assegni che sarebbero ricevuti dai georgiani. Adesso tutto sembra falso. Inoltre la nuova proposta di Trump mette in cattiva luce Perdue e Loeffler, l’altra candidata repubblicana. In effetti, Trump ha aiutato indirettamente i due candidati democratici Raphael Warnock e Jon Ossoff, favorevoli a un sussidio di 2.000 dollari.
McConnell aveva tacitamente approvato i tentativi di Trump di ribaltare l’esito elettorale, ma il suo recente annuncio che il Collegio Elettorale si era espresso e aveva scelto Biden non aveva fatto piacere al presidente uscente. Con la sua richiesta di aumentare il sussidio a 2.000 dollari Trump ha voluto sottolineare la sua critica nei confronti del presidente del Senato e dei repubblicani che hanno alzato bandiera bianca sull’esito elettorale. Il presidente uscente ha inoltre attaccato McConnell, asserendo che il senatore del Kentucky e altri sette suoi colleghi sono stati rieletti solo grazie al suo endorsement.
McConnell e i repubblicani alla Camera Bassa si trovano nei guai, dovendo affrontare il dilemma se annullare il probabile veto di Trump. Questi ha una storia poco chiara sulle sue imposizioni di veto. In alcuni casi lo ha minacciato e poi ha cambiato idea. Una possibilità sarebbe di usare il cosiddetto pocket-veto (veto in tasca), ossia non agire per dieci giorni, alla conclusione dei quali la legge entrerebbe in vigore senza la sua firma. Ciò che preoccupa di più Trump però non sono lo stimolo né la pandemia in corso, ma il suo futuro. La pandemia e i grossi problemi economici degli americani non sembrano interessarlo. Ha dato segnali che non sarà alla Casa Bianca il 20 gennaio, il giorno dell’insediamento di Biden. Trump ha iniziato le vacanze natalizie nel suo resort a Mar-a-Lago, in Florida; potrebbe passare lì le ultime tre settimane del suo mandato e non ritornare più alla Casa Bianca.