Se siamo obiettivi non possiamo dire, da progressisti sociali quali siamo, che non ci sia stata continuità nelle politiche repressive di Minniti, Salvini e Lamorgese. Se lo pensiamo o non siamo informati, o vogliamo più sicurezza di quanto ce ne sia già, o siamo in mala fede. Dopo le modifiche, sempre in termini securitari dei Decreti Sicurezza che hanno inasprito le pene per i blocchi stradali; l’ulteriore militarizzazione del fenomeno migratorio e la promozione ad alti ruoli dei carnefici del G8 di Genova non si possono avere dubbi sulle sue politiche. Ora arriva l’ennesima conferma. Dopo mesi di isolamento, morti, restrizioni, sanità a pezzi, posti di lavoro in bilico e molto altro, sui controlli in vista delle festività natalizie, la Ministra Lamorgese ha dichiarato a Sky TG24 Live: “Ci saranno forze polizia in numero elevato, circa 70mila unità, che saranno addette a questo tipo di controllo”. La stampa di destra ha protestato: Lamorgese doveva utilizzare i militari contro i migranti. No comment.
Un tempo davanti all’invio di 70 mila soldati avremmo gridato allo Stato di Polizia, avremmo gridato al tradimento della Costituzione ed avremmo subito interpellato i grandi intellettuali della sinistra come Giorgio Agamben per spiegarci gli effetti dello “stato d’eccezione” e il suo significato più buio. La crisi sanitaria da Covid-19 è entrata nelle nostre case, nel nostro vissuto e di tutto avremmo bisogno fuorché di essere sottoposti a un controllo militare. Che senso può avere la militarizzazione del suolo italiano se non rendere questo tempo ancora peggiore? Che senso può avere mettere le regioni in zona gialla per poi passeggiare venendo scortati da agenti della polizia. Ad oggi l’Italia è l’unico Paese in Europa che adotterà un provvedimento simile.
Questo sottolinea come ci siano delle debolezze alla base. Bisognerebbe in direzione opposta: meno sceriffi, più democrazia, più scelte condivise, più informazione chiara ed efficace, più assunzioni, più soldi alla sanità pubblica. Invece da mesi ci propongono commissari, virologi “subrette” elogiati a statisti ed esperti della task force del Piano Colao, di cui tutti si son già dimenticati, ma influenzerà le nostre vite per i prossimi anni.
Il “capitalismo della sorveglianza”, oggi, è la nuova frontiera della repressione e della regressione.