Col voto del 16 dicembre, con cui una grande maggioranza degli Stati membri dell’Assemblea Generale ha votato per l’ottava volta a favore di una risoluzione per una moratoria sulle esecuzioni capitali, è stato fatto un altro passo verso l’abolizione globale della pena di morte.
Hanno votato a favore 123 Stati. Nel 2007, il primo anno in cui era stata adottata, la risoluzione aveva ottenuti appena 104 voti. L’ultima volta, nel 2018, era stata votata da 121 Stati.
Quest’anno, la risoluzione è stata presentata da Messico e Svizzera a nome di una Task force interregionale di Stati membri delle Nazioni Unite ed è stata sponsorizzata da 77 stati.
Dei 123 stati che hanno votato a favore Corea del Sud, Gibuti, Giordania e Libano lo hanno fatto per la prima volta; Filippine, Guinea, Nauru e Repubblica del Congo hanno mutato il voto contrario in favorevole; Yemen e Zimbabwe, che nel 2018 avevano votato contro, si sono astenuti.
Una minoranza di Stati, 38, ha votato contro e 24 si sono astenuti. Alcuni Stati che nel 2018 avevano votato a favore o si erano astenuti, questa volta hanno espresso voto contrario: tra questi, Antigua e Barbuda, Dominica, Libia, Pakistan, Tonga e Uganda. Il Niger è passato dal voto favorevole all’astensione.