Con la seconda ondata di contagi e il dilagare dell’emergenza sociale, a Bologna torna il mutualismo e la solidarietà. Oggi domenica 20 dicembre l’iniziativa di Don’t panic: “il pacco di Natale sospeso”.
di @Dario Ruggieri
E’ stata protagonista durante il primo lockdown, torna in campo dopo aver riflettuto su nuove iniziative le rete di associazioni Don’t Panic Bologna. Complice la latenza di risposte strutturali alla crisi sociale sempre più evidente, gli attivisti hanno deciso di ri-organizzarsi.
Per questo hanno preparato una grande giornata – per il 20 Dicembre – di distribuzione di pacchi della solidarietà destinati ai nuclei familiari che più ne hanno bisogno grazie ad un sistema di consegne a domicilio e con la formula del “pacco regalo sospeso”.
Qui di seguito vi proponiamo un’intervista con Valerio Tuccella, attivista di Don’t Panic, che ci spiega nel dettaglio la costruzione di Don’t Panic e l’iniziativa del 20 Dicembre.
Con quale approccio Don’t Panic ha affrontato la crisi pandemica? Qual è la maggiore critica che viene mossa? Quali gli aspetti socio-economici da considerare maggiormente?
Don’t Panic nasce come rete di associazioni, come una piattaforma che tenta di mettere a sistema tante realtà ed associazioni che già si occupavano prima della pandemia di temi sociali e di temi legati alla difficoltà sociale ed economica del territorio. Abbiamo deciso di costituire questa rete, durante il primo lockdown primaverile, perché ci siamo resi conto che la pandemia aggrediva nello stesso momento tanti settori. Perciò serviva una risposta diversa, una risposta sistemica, che fosse organica ai tanti settori su cui la pandemia andava ad impattare. Hanno aderito 53 associazioni, per mettere in rete e condividere conoscenze, competenze e ambiti di riferimento.
Arrivati in estate, speravamo che superata la sorpresa di quest’evento mai affrontata prima, la politica riuscisse a trovare delle risposte strutturali e sistemiche per risolvere dei problemi già presenti precedentemente alla pandemia, sui quali però gli effetti della pandemia ci interrogavano su un cambio di rotta. Perciò la nostra speranza era che le politiche cambiassero totalmente rotta.
Questo purtroppo non è successo, nonostante l’effetto sorpresa non fosse più una scusante.
Chi aveva di più continua a guadagnare di più, chi aveva di meno ha ancor meno.
Perciò noi vorremmo che Don’t Panic fosse uno spazio per fare sia attività mutualistiche, ma soprattutto uno spazio dove esprimersi sulle scelte politiche che ci hanno condotto a questo punto per esercitare una vera e propria idea dal basso di come può avvenire un cambio di direzione, di come tutto ciò che è stato al centro fino ad ora, come gli interessi economici di pochi possa essere messo da parte e mettere al centro temi la cura, la sanità, la cura reciproca tra persone, la solidarietà ed iniziare ad affrontare la crisi in maniera strutturale e non in maniera contingente.
Come mai avete scelto proprio il tema del delivery?
Abbiamo scelto il delivery proprio perché la figura del rider rappresenta quella fetta di lavoro precario, di lavoro impoverito che rappresenta un tassello nella crescita delle diseguaglianze a cui stiamo assistendo. I riders sono coloro che hanno preso parola sulla propria condizione, si sono identificati con un pezzo di città che è molto più largo dei riders stessi, parlandoci di tante persone che vivono di lavori sottopagati, in una situazione di povertà che non lascia intravedere una prospettiva all’orizzonte. Abbiamo voluto ribaltare questo paradigma: ci hanno detto per mesi che i riders fossero una figura essenziale poiché permettevano la circolazione di merci anche in una fase di lockdown. Oggi vogliamo ribaltare questo sottolineando che non è importante accumulare ricchezza bensì rimettere al centro la solidarietà. I riders da soggetto essenziale diventano soggetto di solidarietà, a disposizione della propria comunità.
Come funziona l’iniziativa di Domenica 20 Dicembre?
Abbiamo lanciato quest’iniziativa, aprendo una call for volunteers. C’è stata una grande risposta, con più di 60 volontari che hanno garantito la propria disponibilità.
Abbiamo preparato tanti pacchi regali sospesi, al fine di distribuirli nella giornata di Domenica.
Grazie alle donazioni ricevute da Don’t Panic in questi mesi e grazie alla collaborazione di altre realtà come Piazza Grande, Antoniano Onlus e il centro sociale “2 Agosto” abbiamo raccolto tanti beni di vario genere. Con i volontari stiamo componendo ed assemblando i pacchi . Il 20 i riders della solidarietà consegneranno alle famiglie che ne hanno fatto richiesta, a quelle che ci sono state segnalate dai Servizi sociali del Comune e dalle associazioni che già lavorano in sinergia con tanti nuclei famigliari.