Rubrica settimanale su eventi e fatti in Sicilia a cura di Toni Casano
MIGRANTE ARRIVATO A LAMPEDUSA: “SONO TORNATO PER COMBATTERE PER I MIEI DIRITTI”
È la seconda volta dopo poche settimane che L. prova a entrare in Italia. La prima volta nonostante la volontà di chiedere asilo, questa non era stata MAI presa in considerazione, né a Lampedusa, né sulle navi quarantena, né tantomeno nel CPR dove era stato trattenuto e da cui poi era stato espulso dopo pochi giorni.
L’art.13, comma 13 del D.lgs n. 286/98 prevede che sia considerato reato il reingresso a seguito di espulsione, se non dopo un periodo che va dai 3 ai 5 anni. Mentre quindi ancora una volta prova a rappresentare la volontà di chiedere protezione internazionale senza essere nemmeno ascoltato, viene posto agli arresti nell’hotspot di Lampedusa.
Intanto inviamo segnalazione alle autorità competenti per chiedere che venga rispettata la volontà di presentare protezione internazionale e consigliamo al riguardo l’avvocata Alessandra Ballerini. Per l’udienza in direttissima relativa al divieto di reingresso sentiamo l’avvocato Gaetano Maria Pasqualino. L’udienza viene svolta da remoto, senza che siano presenti “gli imputati” e l’avvocato non riesce a presenziare. Ha atteso inutilmente che lo chiamassero nella chat apposita, poiché si trattava di udienza telematica, ma “viene sostituito da avvocato d’ufficio che ne segue altri sei … e quindi anche il settimo, L. Siamo furiosi.
Questi processi per direttissima sono una prassi consolidata, ci viene detto, cosa che mostra la fallacità di un sistema che impedisce di fatto il diritto alla difesa. L’avvocato d’ufficio non conosce le storie individuali: fa presenza e salva la forma sulla carta.
Una presenza che ha un peso enorme: fa sì che vi siano 7 convalide di arresto e nessuna sospensiva relativamente al rimpatrio, senza che nessuno si preoccupi minimamente di ascoltare “i colpevoli”. Tra loro L., che resta agli arresti nell’hotspot di Lampedusa, dove tra l’altro testimonia delle condizioni degradanti del luogo e di un’aggressione da parte di un cane a un bambino di appena tre anni. Ci sono anche tre minori, che verranno trasferiti solo dopo la nostra segnalazione.
L’avvocato Pasqualino seguirà la famiglia del bimbo ferito, che verrà così trasferita in luogo idoneo lontano dall’hotspot di Lampedusa.
Intanto attendiamo che L. possa presentare richiesta di protezione, ma gli viene detto, come a tutti, che a Lampedusa NON SI PUÒ presentare domanda di protezione. Lo farà dopo, “in caso”. Dopo diverse giornate passate a parlare, L. trova finalmente il coraggio di rivelare la sua omosessualità, motivo per il quale contattiamo Giorgio dell’Amico, di ArciGay Modena, esperto di diritti LGBTI, che prontamente raccoglie la memoria di L. insieme a un mediatore e comincia anch’egli a segnalare la necessità che venga accolta la sua richiesta di protezione.
Non basta. L. ci contatta di primo mattino per dire che lo stanno trasferendo “verso il nord Italia”. Gli sottraggono quindi il telefono e cominciano ore di attesa nervosa e ricerche per avere notizie sullo spostamento. Solo in serata L. riesce a contattarci, usando il telefono di vecchia generazione in possesso di un’altra persona: è al CPR di Brindisi.
Qui raggiungiamo l’avvocata Maria Grazia Stigliano, che dà immediata disponibilità per essere presente in convalida. L. chiede quindi di nominarla avvocato su loco. Dopo due giorni si svolge l’udienza telematica e questa volta l’avvocato di fiducia Stigliano è presente: il giudice di pace non convalida il trattenimento. L. è finalmente libero ed è riuscito a far valere i propri diritti.
Perseguitato nel suo paese, picchiato per il suo orientamento sessuale L. ha rischiato tutto per salvarsi la vita. Non osiamo immaginare come sarebbe andata se fosse stato rimpatriato.
Ci chiediamo ogni giorno quanti abbiano avuto una sorte diversa. Sappiamo, come mostra questa storia, quanto sia complesso far valere i diritti di una persona dentro la fortezza Europa e quanti strumenti, addirittura cinicamente perversi, siano stati messi in piedi per affossare il diritto di asilo e la libertà di movimento. In un periodo in cui si rimpatria con la stessa facilità con cui si fuma una sigaretta.
Tale spietata precisione nel calpestare, chiudere, opprimere va combattuta con tutte le nostre forze, tutti insieme. Quando uno vince vinciamo tutti. Non ci sono diritti se sono soltanto per pochi; quando sono per pochi sono soprusi.
PALERMO. DUE PIAZZE PER I NASTRINI
Continuano i presidi del movimento: prima all’Assemblea Regionale e poi davanti alla Prefettura
Il primo appuntamento è stato indetto alle ore 9 all’ARS – Assemblea Regionale Siciliana; mentre il secondo si svolgerà il 9 dicembre alle 15 davanti alla Prefettura. Scrivono in una nota dal loro blog: “Sono tanti i motivi che ci spingono a protestare, ma accumunati dallo stesso obiettivo. Far capire alle istituzioni che è ora di farsi carico delle emergenze sociali, della disoccupazione dilagante e della continua precarietà che contraddistinguono la nostra città. Siamo quasi agli sgoccioli di questo anno e le nostre condizioni di anno in anno peggiorano sempre di più”. Ancora una volta ribadiscono di voler essere ascoltati, chiedendo ai soggetti istituzionali la creazione di “un tavolo tecnico che affronti e risolva la questione relativa ai lavoratori di cantiere che il 31 dicembre termineranno il loro progetto lavorativo di manutenzione delle ville comunali”. Chiedono anche di aprire un serio confronto su un tema drammatico e ormai improcrastinabile, quello relativo al “tasto dolente della disoccupazione”.
PRESENTAZIONE DEL VOLUME “PANDEMIA NEL CAPITALISMO DEL XXI SECOLO”
Giovedì 10 dicembre ore 17:00 evento in remoto – Caffè filosofico “Beppe Bonetti”
La pandemia generata dal Coronavirus SARS-CoV2, che sta facendo morti in tutto il mondo, soprattutto fra gli strati sociali che, per le loro stesse condizioni di vita, non sanno come difendersi, è il risultato di diversi fattori e costituisce un ennesimo avvertimento, dai più inascoltato, sulle reali condizioni del nostro pianeta e sulla possibilità che la vita possa continuare a riprodursi in esso.
Nell’analisi della pandemia il volume presta una particolare attenzione alla dimensione economica, muovendo dalla convinzione che vi sia una stretta correlazione tra il modo di produzione capitalistico – la manipolazione della natura, lo sconvolgimento degli assetti ecologici e della biodiversità che esso determina – e la genesi degli eventi pandemici. Per sviluppare al meglio questa impostazione e per connettere la sfera economica agli altri aspetti della vita sociale il volume presenta contributi di vari specialisti (biologi, virologi, medici, sociologi, filosofi, economisti, giuristi), dotati però di una sensibilità antiriduzionistica. Ossia capaci di focalizzare la dimensione di loro pertinenza senza offuscare le complesse relazioni tra questa e gli altri livelli della vita sociale.
Ne discutono:
Sergio Riggio, docente, per il Laboratorio Andrea Ballarò/Caffè filosofico Beppe Bonetti
Alessandra Ciattini, antropologa, Università, La Sapienza, Roma
Bruno Steri, filosofo direttore della Rivista Ragioni e conflitti
Marco A. Pirrone, ricercatore di sociologia Unipa
Su piattaforma google meet, codice accesso: yztfjozxrx
Per smartphone bisogna scaricare l’applicazione PANDEMIA NEL CAPITALISMO DEL XXI SECOLO
a cura di Alessandra Ciattini e Marco Antonio Pirrone
DISSEQUESTRO DELLE NAVI UMANITARIE! FERMIAMO LE STRAGI DEGLI STATI EUROPEI E DI FRONTEX!
Catania, sabato 12 dicembre ore 10 – Conferenza stampa alla Bicocca (di fronte all’ingresso della casa circondariale) – Comunicato Rete Antirazzista Catanese
Nonostante la stagione fredda e il sequestro di quasi tutte le navi umanitarie continuano gli arrivi nelle coste meridionali, smentendo nei fatti la vergognosa menzogna che sarebbero le navi umanitarie ad incoraggiare le partenze ( secondo il delirante teorema del procuratore di Catania Zuccaro). Continuano inoltre i naufragi non solo nel Canale di Sicilia, ma anche in Marocco, nelle isole Canarie, al confine fra Grecia e Turchia, mentre si moltiplicano le violenze di stato lungo la rotta balcanica.
Anziché rispettare il diritto internazionale che tutela il soccorso in mare fortezza Europa, la dilapida ingenti risorse in micidiali politiche di respingimento di massa di donne, uomini e bambini, che continuano a morire nel Mediterraneo e non solo.
Chi sopravvive ai lager libici (lautamente finanziati dai governi europei) e ai frequenti naufragi, viene recluso in disumani ghetti (vedi campo di Moria a Lesbo) o riconsegnato alle bande criminali autonominatesi Guardia costiera libica, per ricominciare un infernale gioco dell’oca.
Anziché spingere i governi europei a estendere il diritto alla vita ed alla salute a tutti gli esseri umani, il Covid19 sta creando ovunque nuovi muri di apartheid; dall’estate scorsa per evitare il contagio da parte dei migranti è stata inaugurata la micidiale e costosissima attività delle navi quarantena, quando tranquillamente sbarcavano in Sicilia, senza alcuna precauzione, migliaia di turisti provenienti da zone ad alto contagio del Nord d’Italia o di Malta.
Il prossimo 12 dicembre inizia a Palermo il processo a Salvini per il sequestro di 163 migranti, salvati dall’Open Arms nell’agosto 2019, mentre lo stesso giorno si terrà a Catania la seconda udienza del processo per la Gregoretti (sono convocati Conte, Trenta e Toninelli). Nella prima udienza lo scorso 3 ottobre una grande manifestazione è giunta fino al Tribunale, dimostrando che Catania è aperta e solidale.
Per non dimenticare tutte le stragi di stato, a 51 anni dalla strage di piazza Fontana, fino alla micidiali politiche di guerra nel Mediterraneo ai e alle migranti, le cui responsabilità ricadono sui governi, sia di centrodestra che di centrosinistra, che si sono succeduti in Italia ed in Europa (vedi il recente vergognoso Patto su immigrazione e asilo).
Proprio per non dimenticare, in tutta la Sicilia il 12 dicembre ci si mobilita.
Nel Mediterraneo mai più naufragi. L’Europa fortezza è la causa delle stragi!
#SPEAKUP FOR YOUR RIGHTS. ANNIVERSARIO DELLA DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI
Giovedì 10 dicembre ore 20:15 – Dialogo online sui fenomeni migratori e le loro cause, con particolare attenzione ai diritti umani, organizzato da StraVox e NIBI-Black italians
La data è stata scelta per ricordare la proclamazione da parte dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite della Dichiarazione universale dei diritti umani, il 10 dicembre 1948. Nel periodo storico in cui ci troviamo a vivere, segnati dalla pandemia e dai suoi disastrosi effetti sulle società e l’economia mondiale, regna l’incertezza e stanno aumentano le disuguaglianze socio-economiche e l’esclusione sociale. Una categoria di persone colpite da questi fenomeni e che anche prima della pandemia viveva in condizioni di difficoltà è quella della comunità dei migranti. Quindi nel prossimo appuntamento parleremo di diritti sociali e umani in relazione a questo periodo storico, in cui il Covid-19 ha travolto le nostre vite e cambiato i nostri piani.
Nonostante tutto ciò che sta accadendo le persone sono sempre persone e i diritti valgono lo stesso; se vengono a mancare bisogna lottare per riaffermarli con ancora più forza e vigore. Ogni proposito, anche il più nobile, per essere raggiunto concretamente richiede unità e cooperazione, a tale proposito, vi invitiamo a discuterne e a cercare le soluzioni insieme, in modo che nessuno resti indietro, che nessuno venga escluso e che nessuno venga schiacciato nell’invisibilità a causa della pandemia. Se la pandemia è globale, anche la solidarietà deve essere globale, per un futuro migliore, inclusivo, partecipato e condiviso.
12 DICEMBRE. NO MUOS IN PIAZZA A CATANIA
Alla mattina partecipazione alla conferenza stampa alla casa circondariale Bicocca in occasione dell’arrivo di Conte, Trenta e Toninelli, che saranno ascoltati per il “caso-Gregoretti”. Alle 16 manifestazione in piazza Stesicoro contro le spese per la guerra!
Comunicato CPO Colapesce
Anche Catania risponde all’appello lanciato dal Movimento NoMuos per una giornata di mobilitazione sui territori.
Si consiglia di evitare la presenza di bandiere di singole organizzazioni e di favorire la presenza di bandiere NoMuos, cartelli, striscioni e tutto ciò che può colorare e rendere visibile la manifestazione. Tutte le partecipanti e i partecipanti sono pregati di portare con sé la mascherina e di rispettare per tutta la durata dell’evento le distanze di sicurezza
12 DICEMBRE, GIORNATA DI RICORDO E DI LOTTA A PALERMO
Il 12 dicembre 2020 sarà una data importante per Palermo. Ci mobiliteremo a partire dalle 9 nella Piazza del Tribunale di Palermo e dalle 11 in poi in Piazza Verdi. È importante ricordare quel maledetto venerdì del 1969, quando lo Stato inscenò il più grande attentato terroristico del nostro paese e fece esplodere in Piazza Fontana un ordigno che causò 17 morti e 88 feriti. A questi numeri si aggiunge il “suicidio” di Giuseppe Pinelli, ferroviere anarchico che si trovava nei locali della Questura di Milano. Inoltre, sabato 12 si terrà presso il Tribunale di Palermo l’udienza di Salvini, accusato di sequestro dei 163 migranti rimasti per 21 giorni davanti all’isola di Lampedusa.
DIBATTITO SUL DIVARIO DI GENERE NEL MONDO DEL LAVORO
Proponiamo il video realizzato la scorsa settimana dal Centro documentazione Zabut, in occasione del dibattito online dal titolo “Per un altro genere di lavoro”, durante il quale s’è discusso sul divario di genere nel mondo del lavoro, in quanto manifestazione vera e propria di violenza. Attorno al tavolo virtuale sono state chiamate Eliana Como (Comitato centrale FIOM), Giuliana Spera (NonUnaDiMeno- Palermo) e nelle vesti di moderatrice Giuliana Sorci (Centro Zabut).
La violenza di genere, così come hanno scritto gli organizzatori, ha “diverse forme di espressione. Una di queste viene perpetrata nella dimensione lavorativa nei termini dell’intrappolamento della donna in lavori poco qualificati, salari inferiori, criteri di accesso e selezione, assenza di tutele specifiche”. Queste criticità si sono ulteriormente aggravate nel corso della crisi epidemiologica con la condizione di lockdown totale o parziale. “Evidenti sono le relazioni di potere che si nascondono dietro la gestione della pandemia. Il ricorso sistematico al lavoro gratuito precario o malpagato – sottolineano dal Centro di documentazione – non è corrisposto a nessuna misura di sostegno al reddito e al salario, di inclusione al welfare, di sostegno alla cura dei bambini e degli anziani nel quadro del collasso del sistema socio-sanitario e scolastico”. In effetti lo stato pandemico ha fatto riemergere quel “nesso oppressivo tra la violenza economica e il lavoro di cura”.
Nel corso del dibattito sono stati sviluppate le analisi sulle varie forme di lavoro sperimentate diffusamente quest’anno, come nel caso dello smart working, che “ha spostato in casa il lavoro di molte, mentre il lockdown aumentava quello di cura e domestico. Sono soprattutto le donne – dicono in sintesi le relatrici – a essere impiegate nei servizi essenziali, quelli che non possono essere svolti «in remoto» e che sono andati avanti comunque”. /VIDEOS/
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