Da 2013 in Italia il 21 novembre sé considerata «Giornata nazionale degli alberi» al fine di perseguire, attraverso la valorizzazione dell’ambiente e del patrimonio arboreo e boschivo, l’attuazione del protocollo di Kyoto nel giugno 2002. KilometroVerdeParma è un progetto concreto, diffuso che ha l’obiettivo di creare aree verdi e boschi permanenti a Parma e nella sua provincia.
L’idea nasce nell’estate 2015 dalla volontà di un gruppo di persone e dall’intuizione: creare un corridoio alberato lungo gli 11 chilometri dell’autostrada A1 che attraversa Parma per riqualificare l’ambiente di uno dei tratti autostradali più trafficati d’Europa. Da questa prima idea circoscritta, il KilometroVerdeParma si è evoluto e ampliato, diventando il grande progetto di riforestazione che è oggi. Tutti possono farne parte, indipendentemente dal possedere o no un terreno. Basta un giardino, una piccola area in cui piantare un albero o del tempo libero da voler dedicare al progetto. Dietro le quinte del progetto, con lo scopo di portalo avanti, definire le linee guide e coordinare tutte le persone coinvolte, c’è il Consorzio Forestale KilometroVerdeParma Impresa Sociale organizzazione senza scopo di lucro costituito nel maggio 2020. Tutti i boschi che vengono realizzati, sono certificati PEFC come gestione forestale sostenibile. L’altro obbiettivo fondamentale è quello di sensibilizzare ed educare le nuove generazioni sui temi ambientali, anche attraverso moduli formativi nelle scuole in collaborazione con LegaAmbiente, WWF e ARPAE. Un’iniziativa che è stata progettata come educazione scolastica è quella di far piantare alberi nei giardini delle scuole agli studenti e di educare alla loro manutenzione durante la giornata nazionale degli alberi il 21 novembre. Durante il progetto formativo, che per quest’anno coinvolgerà 44 classi di istituti superiori di Parma, si affronteranno tematiche ambientali relative alle funzioni delle piante, tra le quali quelle di simbolo “di rinascita e di speranza” in questo difficile periodo. All’interno di questa iniziativa di educazione ambientale per le scuole verrà messo a dimora un “Hibakujumoku” (dal giapponese, alberi bombardati).Durante gli attacchi del 6 agosto e del 9 agosto 1945 tutto pareva distrutto invece alcune piante sono sopravvissute. A Nagasaki un esemplare di caco, a Hiroshima oltre 160 alberi, di più di 30 specie, situati nel raggio di 2 km dall’ipocentro della bomba atomica. Curati con amore nel corso degli anni da autorità, botanici, gruppi di cittadini e singoli individui, ogni hibakujumoku è identificato da una targhetta. Ispirato dagli sforzi di altri cittadini per distribuire semi e alberelli in tutto il pianeta, Green Legacy Hiroshima (GLH) è stato fondato nel luglio 2011, con il sostegno dell’Ufficio di Hiroshima dell’Istituto delle Nazioni Unite per la Formazione e la Ricerca (UNITAR). In Italia dopo qualche anno di sperimentazione date le difficoltà nella germinazione fino al 2019,i semi sono stati spediti a Mondo senza Guerre e senza Violenza (Milano/Brescia), messi a dimora dai bimbi della Scuola Primaria di Comerio (VA) e seguiti per i primi due anni dall’associazione amatoriale Utopia Tropicale. Dalla primavera 2020,per ovviare ai problemi nella spedizioni dovuti ai cambiamenti climatici, la raccolta dei semi è coordinata per l’Europa dal PEFC Italia,.
PEFC Italia e Mondo senza Guerre e senza Violenza propongono gli Hibakujumoku di Hiroshima, come testimoni di capacità di ripresa e di rigenerazione, ma anche come elemento di riflessione per due visioni dello stesso episodio: il pericolo rappresentato dalle armi di distruzione di massa, e il carattere sacro dell’umanità e della Natura. Ogni anno vengono affidati questi speciali Alberi un’attenta selezione da parte di una particolare commissione delle varie richieste di affidamento ricevute. La Pace va coltiva giorno dopo giorno, come questi preziosi Testimoni ci insegnano. Ci fanno riflettere su quel che è il nucleare e su quel che provoca in un epoca dove esistono migliaia di ordigni più potenti rispetto a quelli del 1945. Oggi come oggi c’è un concreto strumento che porterebbe a un futuro senza armi nucleari come fu fino a 80 anni fa: il Trattato di Proibizione della Armi nucleari. Approvato in sede Onu il 7 luglio 2017, è nato dal lavoro di tantissimi associazioni ed è insignito del Premio Nobel per la Pace 2017. Entrerà in vigore il 22 gennaio 2021 per le Nazioni che l’hanno ratificato. Tra queste non c’è ancora l’Italia nonostante le sue 60 testate atomiche presenti sul territorio; ma non dobbiamo perdere la speranza come ci trasmettono gli Alberi della Pace, come il Gingko biloba di Hiroshima che è arrivato all’ITIS “Leonardo da Vinci” a Parma grazie al desiderio di tanti che aspirano alla Pace.