Per la coordinatrice Onu Yvonne Helle si tratta del “più grande caso di trasferimento forzato negli ultimi quattro anni” nella regione.
Le ruspe israeliane hanno raso al suolo ieri il villaggio palestinese di Khirbet Humsa, in Cisgiordania, distruggendo le abitazioni e lasciando senza un tetto 73 persone, tra le quali 41 bambini: lo hanno riferito dirigenti delle Nazioni Unite.
I tre quarti degli abitanti dell’insediamento hanno visto distrutto il proprio riparo in quello che Yvonne Helle, coordinatrice umanitaria ad interim dell’Onu per i Territori palestinesi, ha definito “il più grande caso di trasferimento forzato negli ultimi quattro anni” nella regione.
Gli operatori umanitari che hanno visitato il sito hanno riferito di 76 strutture demolite, comprese 18 tende e capanne che ospitavano circa 11 famiglie. Il gruppo per i diritti umani B’Tselem, che segue le azioni israeliane in Cisgiordania e a Gaza, ha accusato Israele di avere condotto le demolizioni mentre l’attenzione mondiale era concentrata sulle elezioni statunitensi.
Il Coordinamento delle attività governative nei Territori occupati (Cogat) ha affermato in una dichiarazione che gli insediamenti rimossi – secondo Israele sette tende e otto capanne – erano stati costruiti abusivamente. Khirbet Humsa è una delle 38 comunità beduine e pastori parzialmente o completamente situate all’interno delle “zone di fuoco” dichiarate da Israele.
“Queste sono alcune delle comunità più vulnerabili della Cisgiordania, con un limitato accesso all’istruzione e ai servizi sanitari e alle infrastrutture idriche, igienico-sanitarie ed elettriche” ha denunciato Helle in una nota.
La coordinatrice ha chiesto a Israele di interrompere le demolizioni e ha ricordato che la distruzione di proprietà e il trasferimento forzato di persone residenti in un territorio occupato violano la Quarta convenzione di Ginevra sulla protezione dei civili durante un conflitto.
Nella area C della Cisgiordania – occupata dal 1967 – i permessi di costruzione per i palestinesi sono forniti – e spesso non concessi – dall’autorità israeliana. Nel 2020, riferisce l’Onu, sono state demolite in tutta la Cisgiordania e a Gerusalemme Est 689 strutture – il numero più elevato dal 2016 – rendendo 869 palestinesi senzatetto.