Aveva fatto scandolo qualche settimana fa la scelta antiscientifica del Ministro della Salute italiano Roberto Speranza di inserire il cannabidiolo nelle sostanze stupefacenti.
Il 19 novembre 2020, la Corte Europea ha preso una decisione per chiudere le discussioni riguardo il CBD e l’export: “Il CBD non ha effetto psicotropo ma soprattutto non provoca alcun danno alla salute”.
Tutto è partito da un’azienda francese che, dopo essere stata bloccata in dogana, si è presa una multa di 10.000 euro e una condanna a 15 mesi di galera per aver trasportato CBD proveniente dalla Repubblica Ceca, Stato all’avanguardia nel settore, che era stato estratto per produrre dei liquidi per sigarette elettroniche.
Ebbene, la Corte non solo ha deciso che l’esportazione a livello Europeo deve essere liberalizzata, ma ha redarguito quegli Stati come Francia e Italia che, nascondendosi dietro alla bugia della “tutela del cittadino” in realtà vanno contro lo spirito generale di tale convenzione e al suo obiettivo di proteggere “la salute e il benessere dell’umanità”.
In sintesi, il THC è ancora demonizzato anche se è questione di tempo e cultura, mentre il CBD è innocuo e il suo beneficio a livello medico è in crescita esponenziale in ogni continente.
Gli unici vincoli che bloccano l’espansione a livello medico/culturale dell’uso terapeutico di questa pianta sono i forti interessi economici delle case farmaceutiche, i forti interessi che legano Mafia e Stato, e gli sterili discorsi di stampo proibizionista che, secondo Don Andrea Gallo, sono i veri artefici delle tossicodipendenze poiché deresponsabilizzano gli individui, sempre più confusi e meno consapevoli della realtà in cui vivono.