Hanno abbandonato una miniera lasciando tonnellate di rifiuti e devastando un’intera comunità. È su questa accusa che si concentra la contestazione della violazione dei diritti umani a valle della miniera di oro e rame di Panguna, in Papua Nuova Guinea. Lo Human Right Law Center per conto di 156 residenti di Bougainville, una regione autonoma dello Stato, ha presentato una denuncia al governo australiano, competente perché l’episodio coinvolge il gruppo multinazionale anglo-australiano Rio Tinto, la terza più grande società mineraria del pianeta.
È il 2016 quando la Rio Tinto abbandona la miniera lasciando, secondo l’esposto, un miliardo di tonnellate di rifiuti che hanno avvelenato le fonti idriche, causando carenza d’acqua e problemi di salute tra le circa 14.000 persone che abitano a valle. Ciò mette a rischio i diritti umani e gli standard ambientali stabiliti nelle linee guida dell’Ocse per le imprese multinazionali.
“Le comunità nella mia zona stanno vivendo una situazione terribile da molto tempo ormai – spiega Theonila Roka-Matbob, una delle persone che si è battuta per fare la denuncia – Ci auguriamo che la Rio Tinto si impegni ora ad agire per affrontare i problemi urgenti che la nostra gente sta affrontando”.
La denuncia ha già portato a una prima apertura: infatti, la multinazionale si è dichiarata pronta ad avviare un dialogo con i denuncianti e con il governo di Bouganville.