Dopo aver effettuato un primo intervento ieri pomeriggio, 10 novembre e aver soccorso in acque internazionali 88 persone, tra cui due donne in stato di gravidanza, questa mattina la Open Arms, nave umanitaria dell’omonima ONG che sta viaggiando insieme ad EMERGENCY nel Mar Mediterraneo, ha ricevuto da uno degli assetti aerei Frontex una nuova segnalazione di un gommone in distress che si trovava a 30 miglia a Nord di Sabratha.
La nostra imbarcazione si è immediatamente diretta verso il target segnalato e, una volta giunta sul posto, si è trovata a dover operare una complicatissima operazione di soccorso. Il gommone, con a bordo circa 100 persone, tra cui alcuni bambini e donne in stato di gravidanza, aveva ceduto, e le persone erano dunque tutte in acqua, prive di salvagente o di dispositivi di sicurezza. I nostri soccorritori sono immediatamente intervenuti portando in salvo il maggior numero di persone possibile, ma purtroppo al momento il bilancio è di 5 morti. Il team medico sta dando assistenza ai sopravvissuti, ma le condizioni di alcuni dei naufraghi sono preoccupanti e 6 di loro richiedono un’immediata evacuazione medica. In questo momento sono 199 i naufraghi ospitati a bordo della nave.
In questi ultimi due giorni le segnalazioni di imbarcazioni in difficoltà sono state continue e la Open Arms si è trovata a dover prestare assistenza da sola, essendo l’unica rimasta ad operare nel Mediterraneo dopo che tutti gli assetti umanitari sono stati fermati con pretesti amministrativi. Per questo motivo Open Arms ed EMERGENCY ribadiscono, alla luce di questi tragici eventi, che non è più tollerabile assistere alle reiterate omissioni di soccorso da parte dei governi europei che, anziché predisporre un sistema strutturale di search and rescue, continuano a voltare il viso dall’altra parte, fingendo di non vedere il cimitero che il Mediterraneo nasconde. Ci auguriamo che dopo questa ennesima tragedia qualcosa cambi.