Molto partecipata ieri la manifestazione di Non Una di Meno contro la circolare sulla RU-486 della Regione Piemonte
Contro ogni moderna linea guida la Giunta ha deciso di rendere obbligatoria l’ospedalizzazione – a seconda dei casi in day hospital o addirittura in reparto – per l’interruzione precoce di gravidanza con terapia farmacologica (pillola RU-486).
L’obbligo di ospedalizzazione determina tra l’altro un inutile spreco di soldi pubblici al servizio di un altrettanto inutile e dannosa demagogia, contro la quale Non Una di Meno è scesa in piazza per protestare.
La Regione Piemonte conferma la propria estrema difficoltà, per non dire incompetenza, nella gestione della sanità piemontese.
Molto significativo il flashmob di Non Una di Meno: le ancelle, icone della mortificazione delle identità non maschili da parte della cultura patriarcale, sfilano nella piazza, poi l’urlo silenzioso, l’urlo degli oppressi.
Le ancelle finalmente si liberano e alla fine l’urlo diventa un urlo vero, forte, che si leva contro gli oppressori identificati anche col Governo piemontese, responsabile di questa circolare che risulta francamente difficile non definire medievale e violenta nei confronti dell’autodeterminazione delle persone in grado di procreare.
Alla fine della performance è stato rovesciato un secchio di vernice (all’acqua, non tossica) rosa davanti al palazzo della Regione a testimonianza di questa liberazione, vernice nella quale le persone partecipanti alla manifestazione hanno intinto le mani per lasciare la loro impronta sul pavimento. Mani che sono state il simbolo della campagna contro questa esecrabile circolare.
Non Una di Meno sta anche promuovendo una campagna a favore della contraccezione gratuita per tutte le persone in grado di procreare, non a caso non usiamo il termine “donne”, perché ci sono persone trans, non binarie e gender non conforming, in grado di mettere al mondo una vita.
In questo articolo le rivendicazioni di Non Una di Meno.
Le dichiarazioni di Martina: esponente di Non Una di Meno Torino: