Il 25 Novembre, giornata contro la violenza di genere, Non Una di Meno promuove un social bombing contro le “violentissime narrazioni dei media a seguito di femminicidi, violenze, revenge porn, stupri”.

Di recente abbiamo pubblicato una nota di Non Una di Meno Torino nella quale criticava molto duramente il linguaggio dei media e dell’ordinanza del Sindaco di Carignano utilizzati per il femminicidio di  Barbara Gargano e l’infanticidio dei suoi figli, non è certo la prima denuncia del movimento transfemminista, ma queste denunce sono ancora in larga parte inascoltate; il 25 novembre è stato lanciato un evento, un social bombing, proprio contro la narrazione violenta.

Se vuoi partecipare con noi al bombardamento social contro le testate giornalistiche, iscriviti a questo canale telegram https://t.me/joinchat/AAAAAEhZftfdbhjlA9UVPg e segui dettagliatamente le istruzioni che saranno inviate!

Vi invitiamo all’azione in occasione del 25 novembre, mobilitazione nazionale di Non Una di Meno (https://fb.me/e/4viQ3E5pC) per la giornata mondiale contro la violenza maschile sulle donne e le violenze di genere.

Questa sarà una delle azioni organizzate da Non Una di meno Torino durante questa settimana di mobilitazione!
#staytuned

Il nostro appello:
Da sempre – e in queste ultime settimane soprattutto – assistiamo a violentissime narrazioni sui media a seguito di femminicidi, violenze, revenge porn, stupri. Narrazioni che rappresentano un’ulteriore forma di violenza per tutte le donne che ne hanno già subita una e, di conseguenza, contro tutte noi.

Siamo noi ad essere sempre in pasto all’opinione pubblica, sempre dipinte come colpevoli, nonostante ci uccidano, nonostante ci stuprino, nonostante mostrino senza consenso parti di noi.

Gli articoli di giornale riproducono un’induzione all’odio inaccettabile: “avevamo la gonna troppo corta, siamo infette perché trans o lesbiche, volevamo separarci da lui, non dovevamo inviare le foto, ce la siamo cercata”.

Espressioni che vorrebbero giustificare le violenze e le successive narrazioni dei media, che offuscano la realtà e la confondono di proposito, proteggendo i colpevoli nei modi più disparati.

Mentre noi siamo colpevolizzate, infatti, lo stupratore viene dipinto invece come un “business man di successo”, l’omicida è un “gigante buono” oppure “un buon padre di famiglia che sta soffrendo”.

Questo modo di fare giornalismo è parte integrante e complice della cultura violenta, patriarcale, lesbotransfobica e dello stupro che imperversa nel nostro Paese.

Non siamo disposte ad accettarlo, parte il nostro attacco femminista digitale! Il 25 Novembre, in occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne e di genere, durante tutto il giorno, rimanderemo al mittente tutto questo, inonderemo le redazioni locali e nazionali con la nostra rabbia, faremo capire loro che hanno superato il limite, ricorderemo loro due cosette su cosa voglia dire informazione.

Il giornalismo ha una fortissima responsabilità sociale sulle dinamiche di potere che si radicano nella società, e oggi continua ad essere il braccio armato di questo potere, di chi stupra, di chi uccide, di chi mortifica.

Da oggi non la passeranno più liscia: ogni articolo giudicante o sensazionalistico dovrà vedersela con noi, con la nostra indignazione e rabbia collettiva!

Per questo genere di azioni è importante muoverci allo stesso orario e scagliare così il nostro potente attacco tutt* insieme!

Vi invitiamo a seguire attentamente il canale e tenere sotto mano i telefoni durante la giornata del 25 ed a preparare le vostre mail, i vostri account facebook, twitter e Instagram.

(P.S. E’ importante muoversi su tutti i social, sì, anche twitter!)

Insieme siamo più forti; se toccano una, toccano tutte!

Fonte: Non Una di Meno