Abbiamo provato sulla nostra pelle come l’attività messa in campo da ARERA, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, sia al servizio degli interessi privati a scapito della collettività, a partire dalla cancellazione dell’esito referendario del 2011 mediante la reintroduzione del profitto garantito per i gestori idrici sotto le mentite spoglie degli “oneri finanziari”.
Riteniamo che l’approvazione di un metodo di calcolo della tariffa non possa limitarsi solamente ad un adempimento tecnico, ma costituisca un ineludibile atto di scelta politica, che deve rispettare la volontà della maggioranza assoluta del popolo italiano.
A nostro avviso si tratta di una scelta molto grave che crea un profondo vulnus democratico.
Per queste ragioni richiediamo la soppressione di ARERA e il trasferimento delle competenze sul servizio idrico al Ministero dell’Ambiente.
A partire da questa consapevolezza crediamo sia importante avviare una riflessione più ampia sulla progressiva riduzione dei margini d’intervento delle istituzioni democraticamente elette (Parlamento, Consigli Regionali, Consigli comunali) su temi come la garanzia di diritti fondamentali.
Infatti, appare sempre più evidente la tendenza a delegare organismi tecnici e/o amministrativi a “normare”: é il risultato di una deresponsabilizzazione delle istituzioni democratiche e di una regressione culturale e politica allarmante.
Tale orientamento è molto diffuso anche a livello internazionale implementando sempre più la cosiddetta soft law, quell’insieme di atti che presentano il tratto comune di esercitare effetti giuridici rilevanti pur senza possedere efficacia giuridica vincolante.
Tutto ciò rischia di minare alle fondamenta la democrazia, e l’attacco all’esito referendario ne è una dimostrazione chiara.
Quale influenza e quali effetti hanno tali processi rispetto all’aggravamento della crisi democratica?
Al fine di approfondire questi temi abbiamo chiesto la disponibilità a portare un loro contributo ad alcuni docenti ed esperti che da anni collaborano con il movimento per l’acqua e che hanno analizzato questi processi: il Prof. Sergio Foà (Ordinario di Diritto amministrativo – Università degli Studi di Torino), la Prof.ssa Alessandra Algostino (Ordinaria di Diritto costituzionale – Università degli Studi di Torino), Alice Cauduro (Ricercatrice presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Torino).
Il dibattito si svolgerà on line giovedì 12 Novembre a partire dalle ore 21.00.
Per collegarsi utilizzare il seguente link: https://us02web.zoom.us/j/89120691344?pwd=bWhTMjl4U1IxZnRZUXpodXd0R3ZwUT09
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