Dopo il voto del 25 ottobre e alla luce dei risultati del plebiscito, dove l’opzione “Approvo” ha trionfato con uno schiacciante 78,3% per promuovere una nuova Costituzione da elaborare attraverso una Convenzione Costituzionale, anch’essa approvata con il 79% dei voti, l’argomento che “il paese si è polarizzato con tanta violenza” risulta piuttosto irrilevante. E’ evidente che il Cile va avanti con coraggio, e che una grande maggioranza cerca di ottenere dalle piazze dei cambiamenti significativi, mentre la minoranza reprime e ricorre ogni giorno a minacce di violenza per scoraggiare le proteste. Quasi l’80% ha manifestato con forza la propria voglia di cambiamento ed è necessario accettare questa realtà.
D’altra parte, questo voto ha anche mostrato dove è radicato il conservatorismo repressivo. Ci sono solo cinque Comuni in cui l’opzione “Rifiuto” è risultata vincente: Antartide, Colchane (entrambi luoghi con insediamenti militari significativi e popolazione minima), e i tre Comuni senza dubbio più ricchi del paese, Las Condes, Vitacura e Lo Barnechea, dove vivono imprenditori, banchieri, molti di coloro che beneficiano del sistema e anche gran parte dell’élite politica.
Adesso bisognerà vedere come eleggere persone decenti che possano redigere la nuova Costituzione, persone che sappiano resistere alla manipolazione e alla corruzione a cui molto probabilmente saranno esposte. Queste elezioni avranno luogo l’11 aprile 2021, pandemia permettendo… Gli eletti saranno metà uomini e metà donne per assicurare la parità di genere. Tuttavia, fino ad oggi il Senato non ha approvato la legge che consente di garantire alcuni seggi ai rappresentanti dei popoli nativi, nonostante il fatto che da circa un anno nelle strade dell’intero paese il simbolo più innalzato sia la bandiera mapuche, ormai tipica delle proteste sociali.
Evidentemente i partiti politici presenteranno liste di candidati in tutte le circoscrizioni; infatti si stanno già riunendo per negoziare le candidature e spartirsi i collegi. Diversi rappresentanti delle autorità sono intenzionate a candidarsi a membri della Convenzione e hanno annunciato che lasceranno le loro cariche per poterlo fare. Lo stesso accadrà con altri funzionari della magistratura, del pubblico ministero, delle forze armate e della polizia. Saranno eletti 155 cittadini. Le persone che ricoprono cariche dirigenziali nei sindacati e nei quartieri dovranno sospendere tali funzioni dal momento della presentazione delle candidature. Tuttavia, o si presenteranno nell’ambito dei partiti politici, o saranno tenute a raccogliere delle firme per essere in grado di partecipare come indipendenti.
Due o più candidati indipendenti, infatti, potrebbero costituire una lista elettorale in un determinato collegio, ma per farlo dovranno raccogliere le firme di un gruppo di votanti di quella circoscrizione elettorale nella precedente elezione dei deputati pari o superiore allo 0,4%. Non è affatto facile, ancor meno con la pandemia che limita la normale circolazione delle persone.
Supponiamo che l’ostacolo della registrazione delle persone idonee sia superato e che queste siano effettivamente elette. Non è l’unica trappola da aggirare, ma in questo difficile percorso sono già sorti diversi altri impedimenti da superare per arrivare a una nuova Costituzione che rispecchi l’attuale sentimento popolare.
È stato stabilito che la Convenzione debba approvare le norme e i regolamenti di voto con un quorum di due terzi dei suoi membri. La Convenzione non può modificare i quorum o le procedure per il suo funzionamento e per l’adozione di risoluzioni. In altre parole, una minoranza di un terzo può bloccare qualsiasi accordo di maggioranza mettendo i bastoni fra le ruote e ostacolando molte delle proposte. Sarà quindi necessario lavorare per modificare tali regolamenti o ottenere più di due terzi dei seggi per rappresentare correttamente il popolo.
Inoltre, la Nuova Costituzione non potrà modificare i trattati internazionali ratificati dal Cile e tuttora in vigore. Si tratta di un ulteriore ostacolo in questo processo, già messo ampiamente in discussione dai movimenti sociali.
Si potrà far valere una violazione delle regole di procedura applicabili alla Convenzione? Sì. Tali reclami saranno risolti da cinque giudici della Corte Suprema, scelti a sorteggio.
La Convenzione dovrà redigere e approvare una proposta di testo per la Nuova Costituzione entro un periodo massimo di nove mesi dalla sua istituzione, che potrà essere prorogato per tre mesi, ma una volta soltanto. Il Presidente convocherà un secondo Plebiscito a suffragio obbligatorio per decidere l’approvazione o il rifiuto del testo finale. Ci saranno multe per le persone che non voteranno.
La scheda recherà il seguente quesito: “Approva il testo della Nuova Costituzione proposto dalla Convenzione Costituzionale?” Si dovrà contrassegnare una delle due preferenze: “Approvo” o “Rifiuto”.
Cosa succederà se la nuova Costituzione verrà approvata? Il Presidente dovrà convocare il Congresso Pieno affinché, con atto pubblico e solenne, la Nuova Costituzione sia promulgata e le venga giurata fedeltà. Tale testo verrà poi pubblicato nella Gazzetta Ufficiale entro dieci giorni dalla sua promulgazione ed entrerà in vigore in tale data.
Cosa succederà se il testo verrà rifiutato dal Plebiscito? In questo caso resterà in vigore la Costituzione di Pinochet, redatta nel 1980.
In altre parole, abbiamo ancora molti ostacoli da superare per raggiungere le condizioni minime che permettano la creazione di una Costituzione veramente democratica.
Pubblichiamo qui il video con la testimonianza di Gustavo Gatica, che ha perso la vista per i colpi sparati dai carabinieri.
Traduzione dallo spagnolo di Giuseppe Marchiello. Revisione: Thomas Schmid