Una cerimonia funebre, così Campi Aperti ha manifestato questa mattina, per chiedere la riapertura dei mercati contadini, chiusi dal Sindaco Merola con un’ordinanza “annuncia via Facebook”.
Una fila lunga un centinaio di metri di abituali clienti, di simpatizzanti, di attivisti ambientali, ordinata e con la mascherina, ha portato omaggio, come in una cerimonia funebre, al gazebo vuoto istallato da Campi Aperti alla fine di via del Pratello. Il flash mob, lanciato da Campi aperti-associazione per la sovranità alimentare, è iniziato alle 11 di questa mattina. I partecipanti hanno portato, come richiesto dagli organizzatori, sportine vuote e cartelli con messaggi all’amministrazione. Il senso è chiaro, chiudere i mercati contadini autogestiti all’aperto è la morte dell’agricoltura di prossimità.
Ieri mattina, sulla bacheca Facebook del Comune di Bologna è stata annunciata la chiusura dei mercati contadini all’aperto in ottemperanza all’ordinanza di Bonaccini che ne disponeva la chiusura, salvo la stipula di protocolli anti covid tra gli organizzatori e il Comune. Ed è proprio qui l’inghippo. Infatti, come spiega Campi aperti, gli agricoltori insieme con l’Assessore alla sicurezza Aitini avevano convenuto per un protocollo che garantisse ingressi contingentati e il distanziamento. Sembrava tutto pronto per lo svolgimento dei mercati in tutta sicurezza e invece come scrivono sulla pagina di Facebook gli agricoltori “hanno deciso di chiudere i mercati di Campi aperti. L’assessore alla Sicurezza, Alberto Aitini, ci ha confermato la decisione via telefonica”. Secondo fonti raggiunte da Pressenza pare che l’apertura sia saltata per una mancata firma del Sindaco in calce al protocollo.
@foto di Paolo Brugnara
La notizia della chiusura è corsa veloce su Facebook, creando una strenua opposizione al provvedimento di chiusura, di molti utenti, semplici cittadini e la rete delle lotte ambientali che ha diramato un comunicato ufficiale. Nel documento della rete, di cui fa parte anche Campi Aperti, si legge “Come associazioni ambientaliste della città di Bologna manifestiamo la nostra rabbia e sconforto per l’ennesima scelta miope della Giunta nella gestione delle attività in tempi di pandemia: i mercati contadini sono stati sospesi recando l’ennesimo danno a quel mondo produttivo e agricolo che da solo cerca di proporre un modello di consumo sostenibile, nel rispetto del territorio e della salute delle persone e che ha saputo costruire prima di tutto una comunità di consumatori critici.”
Insomma, per la rete si tratta di un “pasticcio burocratico che inasprisce le misure laddove non servono e salva la grande distribuzione a discapito dei piccoli produttori, finendo per distruggere con pressapochismo un modello virtuoso che accorcia la filiera, riduce le emissioni di CO2, distribuisce prodotti più sani, lavora le nostre terre invece di cementificarle”.
Con il flash mob di oggi la contestazione virtuale di ieri è passata nel mondo reale e gli organizzatori sperano “che il Comune possa avvedersi, riattivare il protocollo e riaprire i mercati contadini”. Una speranza condivisa da molti sia per garantirne una migliore salute pubblica, è ormai noto che è più difficile contrarre il virus all’aria aperta, e sia per favorire un modello virtuoso di agricoltura, più rispettoso dell’ambiente e più vicino al cittadino, oggi più che mai attuale per uscire dalla crisi climatica ed ecologica.