Il rasoio di Occam sarebbe un utile strumento per dare un taglio alle opinioni contrastanti capaci solo di metterci in allarme… Tra i negazionisti e gli allarmisti ci sono esseri umani in loro balia, esseri umani che perdono il lavoro, la salute, la tranquillità.
William of Occam (Guglielmo d’Occam) nacque nel Surrey in Inghilterra attorno al 1288 e morì a Monaco di Baviera nel 1347, fu un filosofo ma ancor prima un teologo e un religioso francescano che studiò ad Oxford. Un pensatore illuminante per la sua teoria “Il Rasoio di Occam” che è stata da lui stesso applicata a diversi aspetti della vita, dalla religione alla politica. In che cosa consiste questa teoria? Come ci suggerisce l’oggetto rasoio, ci incita a tagliare, ad eliminare, tutto ciò che non giova alla ricerca di una soluzione: se si eliminano i concetti superflui, lui pensava, introdotti dalla Scolastica medioevale, l’intelletto umano si poteva liberare dalle astrazioni. Effettivamente le astrazioni allontanano dalla concretezza e se scienza e pratica devono lavorare insieme, la prima per trovare nuove teorie e la seconda per applicarle alla quotidianità, nello stesso tempo i concetti astratti conducono lontani dalla realtà e rischiano se presi in forma esclusiva di condurre in un vicolo cieco. Non demonizziamo la teoria, ma diamole il giusto valore: Occam ci ha dato uno strumento da applicare anche alla situazione attuale. Ed ora vediamo in che modo.
La teoria del Rasoio è un metodo per cui, tra più ipotesi messe in campo per la soluzione di un problema, è opportuno scegliere, a parità di risultati, la soluzione più semplice: “E’ futile fare con più mezzi ciò che si può fare con meno”, lui sosteneva. Possiamo affermare che non c’è motivo di complicare ciò che è semplice, come dargli torto? La scienza è nata e progredita su queste basi. Come ci suggeriva il noto filosofo Ludovico Geymonat, il Rasoio costituisce la principale arma polemica contro le teorie metafisiche che pullulavano nelle scuole del tempo in cui Occam filosofava; con questo canone egli aprì la strada ad una concezione che tende ad escludere dal mondo e dalla scienza tutti gli enti e i concetti superflui, primi fra tutti quelli metafisici.
C’era, e c’è, bisogno di chiarezza, di eliminare ostacoli e inutili dibattiti capaci solo di bloccare il progresso: un modo di pensare, al di là dei nostri giudizi personali, sicuramente fuori dal coro se pensiamo che il Nostro è vissuto nel Medio Evo.
E veniamo a noi persone contemporanee. Ce ne sono di parole da tagliare, ci può davvero essere utile il Rasoio di Occam in questo periodo storico in cui spesso senza più essere fedeli alla scienza, alla correttezza della comunicazione, ma spinti dal bisogno interiore di soddisfare il presenzialismo narcisistico, si violenta la comunità. Il mio discorso è di pura analisi della comunicazione sorretta dalla filosofia madre di tutte le scienze, un discorso che non è di parte, e per parte intendo di quello o di quell’altro schieramento politico. Questa è un’analisi finalizzata a fare chiarezza e a suggerire di cambiare rotta, ora che forse siamo ancora in tempo. Tra i negazionisti e gli allarmisti ci sono esseri umani in loro balia, esseri umani che perdono il lavoro, la salute, la tranquillità. E tra i negazioni e gli allarmisti c’è un gruppo di persone equilibrate desideroso di chiarezza, io sono in questo gruppo. Abbiamo tutti vissuto l’escalation della pandemia da Covid 19, siamo rimasti in casa bloccati e fiduciosi anche se in allarme, siamo tornati ad avere un po’ di libertà durante l’estate e poi ora in autunno un nuovo spettro: si potrebbe prefigurare ancora il lockdown se i contagi non scenderanno.
Platone ci ha insegnato che c’è una differenza fondamentale tra idea ed opinione, la prima è la base ontologica della realtà e permettendoci di pensare il mondo diventa il presupposto della conoscenza; la seconda è apparenza che si oppone quindi alla verità. Dove voglio arrivare? Ai virologi che, con le loro dissertazioni contrastanti e spesso opposte attorno al virus, hanno creato confusione e soprattutto ansia nelle persone. Chi ha ragione? Tizio o Caio? O forse ha ragione Sempronio? Sarebbe bello se mi mettessero d’accordo e come primo passo sarebbe d’obbligo che dichiarassero, in mancanza di idee scientifiche suffragate da dati sperimentali, “Questa è la mia opinione e non è la verità”. Il virus è nuovo, ci dicono, e non conosciamo il suo excursus, ma poi propinano continue opinioni. Non dobbiamo scordare che Platone non demonizza l’opinione ma la considera il primo gradino verso la verità: il primo gradino però non la meta. Affermare di essere al primo gradino quando si dà un’opinione sarebbe l’ideale per non far precipitare nella terribile incertezza la nostra vita. Milioni di numeri sfornati ogni giorno commentati in modo sempre diverso e contrastante mostrano una violenta incapacità di comunicare. Nell’attesa che molti virologi, non tutti perché alcuni evitano di esprimere opinioni e si basano giustamente sui dati in loro possesso, ritornino alla scienza e che i tuttologi senza competenze siano invitati a tacere, cercheremo di sopravvivere.