Consideriamo utile e necessaria qualsiasi iniziativa che promuova una cultura di Pace in questi di tempi di “guerra mondiale a pezzi” e di profonda ingiustizia economica e sociale.
Salutiamo con grande soddisfazione l’importante ed inedita presa di posizione della Chiesa cattolica sulla profonda ingiustizia sociale che stiamo vivendo emersa con l’Enciclica “Fratelli tutti, sulla fraternità e l’amicizia sociale” firmata proprio qui ad Assisi da papa Francesco lo scorso 3 ottobre.
Non ci può essere infatti nessuna Pace senza giustizia sociale.
Pensiamo tuttavia che la devastante realtà che stiamo vivendo non sia una questione di “bontà” o “cattiveria”.
Il modo di produrre in cui siamo costretti è un sistema profondamente ingiusto e militarizzato sin dalle sue origini.
Riteniamo inoltre assolutamente necessario guardarci allo specchio: l’Italia è un Paese belligerante senza se e senza ma da almeno trent’anni. Non c’è stata nessuna discontinuità tra governi di centro-sinistra, centro-destra e tecnici: con la sua pervicace adesione alla Nato, con la sua industria bellica al nono posto nella top ten mondiale, con le aggressioni ed occupazioni alle quali ha partecipato, partecipa e parteciperà l’Italia ha già accumulato incommensurabili responsabilità di guerra. Con l’aggravante, del tutto coerente, di essere un Paese che nei fatti respinge anziché accogliere.
Riteniamo quindi che per qualsiasi prospettiva di Pace e disarmo sia necessario, a fianco della questione eminentemente etica, rimettere al centro la questione concreta della responsabilità politica.
Il movimento pacifista rimetta in campo la vecchia campagna “Democrazia è partecipazione”, chieda ai parlamentari ed ai senatori di sottoscrivere impegni precisi e sorvegli il loro operato.
Altrimenti, per quante buone pratiche e buona cultura sapremo produrre ci sarà sempre un governo che fa la guerra e la vende al miglior offerente.
L’attuale governo prosegue acquisto F35, non firma trattato per messa al bando delle armi nucleari, vende armi a regimi assassini.
I movimenti pacifisti hanno il dovere di alzare la voce senza lasciarsi imbavagliare dalla logica del “meno peggio” in un paese in cui continuano a morire nella distrazione della politica le vittime dell’uranio impoverito.
Realizziamo finalmente gli obiettivi che si pose la gran parte della resistenza al nazi-fascismo: giustizia sociale, pace e solidarietà tra i popoli!
Gregorio Piccin, responsabile pace Rifondazione Comunista – Sinistra Europea
Foto di Stefano Nonino, Elena Mazzoni, Gabriele Zanella.