Piove sul bagnato, brutte notizie anche sulle trattative a Vienna1 per trovare una pezza alla scadenza il prossimo 5 febbraio del Trattato Nuovo START ( New Strategic Arms Reduction Treaty) del 2010 che regola gli armamenti nucleari strategici degli USA e della Russia.
La mal- «amministrazione » Trump non aveva neanche preso in considerazione la proposta di Mosca di rinnovare il trattato per 5 anni, com’è esplicitamente previsto dal trattato: e tuttora continua a ciurlare nel manico. «Questa è una delusione e un bluff: Se l’amministrazione non cambia rotta, il Nuovo START decadrà e, per la prima volta in decenni, le forze nucleari degli USA e della Russia rimarranno prive di qualsiasi restrizione» 2 .
I commenti di questo autorevole sito di informazione sui temi della difesa sono molto aspri ed allarmati. E risultano assolutamente evidenti per chiunque.
«È decisamente nell’interesse degli Stati Uniti mantenere limitate le forze strategiche della Russia e conservare l’attuale flusso di informazioni su di esse. Il Cremlino è pronto ad estendere [il trattato]. Ma l’amministrazione Trump ha posto condizioni, credendo forse che Mosca cerchi disperatamente di proseguire l’accordo»
La prima condizione sa francamente di rancido (e appare pertanto strumentale). L’inviato speciale di Trump, Marshall Billingslea (nella foto) , mette come condizione una revisione del trattato che copra tutti gli armamenti nucleari. Senonché Mosca già in origine, nei negoziati che portarono al Nuovo START, aveva posto come condizione di estendere il trattato al problema delle difese antimissile: proprio questo problema era stato lo scoglio che aveva precluso la possibilità di accordarsi su un limite delle tesate nucleari inferiore al deludente numero di 1.550 3 , è pura ipocrisia dilatoria riproporlo ora che il sistema delle difese antimissile ha raggiunto dimensioni enormemente superiori rispetto al 2010.
La seconda condizione è di un sistema migliore di verifiche: se non fosse che il Dipartimento di Stato aveva certificato appena nella primavera scorsa il pieno adempimento da parte di russa, mentre era stata Mosca a contestare le procedure dei militari statunitensi di conversione dei bombardieri e dei tubi di lancio dei missili nei sommergibili.
Inoltre, durante l’estate era sembrato che l’amministrazione USA avesse abbandonato la richiesta di un nuovo trattato che includesse la Cina, ma dieci giorni fa Billingslea ha reiterato la condizione.
Al rifiuto di Mosca di queste condizioni l’amministrazione Trump con che cosa rispande? Elementare Watson, per quanto minaccioso e allarmante: con il solito vizietto della minaccia di una nuova, esasperata, corsa agli armamenti!
1#. Alessandro Pascolini, “Armi nucleari: colloqui strategici a Vienna”, Pressenza, 20 giugno 2020, https://www.pressenza.com/it/2020/06/armi-nucleari-colloqui-strategici-a-vienna/.
2#. S. Pifer, Washington’s Arms Control Delusions and Bluffs. The Trump administration’s stances on nuclear negotiations don’t even make sense as a starting point, 28 settembre 2020, Defense One, https://www.defenseone.com/ideas/2020/09/washingtons-arms-control-delusions-and-bluffs/168817/.
3#. Rimando alle riserve che espressi immediatamente in uno dei miei commenti dopo la firma del Nuovo START: “Parola d’ordine: START. Il nuovo regime per le armi nucleari: un mondo più sicuro… anzi no!”, Mosaico di Pace , maggio 2020, https://www.mosaicodipace.it/mosaico/a/31739.html .