Un giudice della Repubblica ha ordinato il rilascio dell’ex presidente Álvaro Uribe Vélez, che ora proseguirà il suo processo di difesa in libertà, nel bel mezzo del caso che coinvolge lui e il suo avvocato Diego Cadena per presunte tangenti in procedimenti penali e frode procedurale contro il senatore Iván Cepeda. Il senatore Cepeda dimostrò nel 2012, grazie alle testimonianze di ex prigionieri paramilitari, i rapporti di Uribe con questi gruppi di autodifesa. Tuttavia, Uribe finì per accusare Cepeda di aver offerto presunti benefici legali ai membri di queste organizzazioni per farli testimoniare contro di lui.

Nel 2018, la Corte Suprema di giustizia, dopo il processo di indagine, ha determinato l’innocenza di Iván Cepeda e, al contrario, ha aperto un’indagine contro Álvaro Uribe per manipolazione di testimoni, dopo aver trovato prove sufficienti, tra cui intercettazioni telefoniche, che coinvolgerebbero l’ex presidente nella manipolazione dei principali testimoni del caso tramite l’avvocato Diego Cadena. Pertanto, Uribe è passato da accusatore ad accusato.

Il 4 agosto, la Sala de Instrucción della Corte suprema ha disposto il provvedimento di detenzione preventiva nei confronti di Álvaro Uribe, in quanto presunto determinante dei reati di corruzione in qualità di testimone in procedimenti penali e di frode procedurale; una decisione senza precedenti della giustizia colombiana contro un ex presidente della Repubblica. Prima del verdetto, Uribe si è dimesso dal Senato, cercando di affidare il suo caso non alla Corte Suprema di Giustizia, quale suo giudice naturale dato il suo ruolo di senatore, ma alla Procura. Tramite i media e Twitter ha più volte dichiarato di essere vittima di una persecuzione politica.  La strategia dell’ex presidente e la sua difesa hanno avuto successo e sono riusciti così a passare il caso al Procura.

La decisione presa dalla Corte Suprema è stata effettuata tramite la Legge 600 del 2000, ma con il passaggio alla Procura, dovrà essere un Giudice di controllo delle garanzie [1] a definire la situazione giuridica di Uribe e, dunque, secondo le argomentazioni della difesa dell’ex presidente, a dover chiedere la sua libertà tramite la legge 906 del 2004, ovvero mediante sistema penale accusatorio, secondo cui l’arresto è soggetto alla colpevolezza. Il caso, quindi, non intrattiene più rapporti con la sua carica di senatore della Repubblica a causa delle sue dimissioni e, inoltre, gli eventi per i quali è accusato si sono verificati tra il 2017 e il 2018 quando era già in vigore la legge 906. È così che la  Giudice 30 di controllo delle garanzie di Bogotá ha nuovamente deferito il caso alla Corte Suprema, per risolvere il conflitto di competenza legale, su cui l’Alta corte, ha deciso, il 5 ottobre, che il processo sarebbe dovuto continuare secondo la legge 906, con conseguente rilascio da parte del giudice di Uribe Vélez.

Nel frattempo, il senatore Iván Cepeda e la sua difesa faranno appello contro la decisione davanti a un Giudice del circuito penale che, nella gerarchia, è superiore al giudice che ha ordinato il rilascio dell’ex presidente.

Cosa accadrà?

Al momento, con il fascicolo rimesso dalla Corte Suprema alla Giudice di controllo delle garanzie, è necessario fissare una nuova udienza. Tuttavia, l’Alta Corte non si è pronunciata sulla fase del processo, in quanto ritiene che sia ora di competenza del giudice e perché c’è una giurisprudenza che aiuterebbe a chiarirlo. D’altra parte, la difesa di Uribe Vélez cercherà di respingere il probatorio compilato dalla Corte, considerandolo una violazione del giusto processo, in particolare le intercettazioni in cui vengono ascoltati Uribe e il suo avvocato Diego Cadena scambiarsi informazioni sui testimoni del caso, dal quale sarebbe stato dimostrato che Uribe sapeva delle azioni del suo avvocato.

Sebbene il delegato della Procura ritenga che bisogna adeguare ciò che è stato fatto dalla Corte al Sistema Penale Accusatorio, la Procura non ha ancora stabilito la sua intenzione di raccogliere o meno tale prova o partire da zero.

Altri casi

Ci sono altre indagini in corso Relative all’ex presidente Uribe Vélez, una relativa alla sua prestazione come governatore di Antioquia con i massacri di El Aro, San Roque e La Granja, oltre all’omicidio del difensore dei diritti umani Jesús María Valle nel 1998, i quali sono stati dichiarati crimini contro l’umanità. Anche questa indagine preliminare è passata nelle mani della Procura, a causa delle dimissioni di Uribe dal Senato, facendo perdere alla Corte la competenza per proseguire.

Un’altra delle indagini in corso riguarda il possibile acquisto di voti per la campagna presidenziale del 2018, dove María Claudia Daza, parte del team di lavoro dell’allora senatore Uribe Vélez, avrebbe partecipato attivamente alle operazioni di acquisto di voti, caso che la stampa colombiana ha chiamato la «Ñeñepolítica», dato il presunto coinvolgimento del trafficante di droga José Hernández Aponte, soprannominato «el Ñeñe», assassinato in Brasile il 2 maggio 2019, durante una rapina.

Nella stessa settimana in cui ex membri dell’ex guerriglia delle FARC confessavano l’assassinio del leader conservatore Álvaro Gómez Hurtado e di altre cinque persone, è stata appresa la notizia, attraverso la denuncia del portale La Nueva Prensa, di una presunta acquisizione di falsi testimoni negli Stati Uniti da parte di Uribe e dell’avvocato Diego Cadena (tuttora detenuto per il caso di falsi testimoni per i quali è accusato Uribe), per testimoniare contro l’ex presidente Ernesto Samper e il suo allora ministro Horacio Serpa per l’omicidio di Gómez Hurtado (che aveva chiesto a Samper di dimettersi nel mezzo dello scandalo per i soldi del cartello di Cali all’interno della sua campagna).

Attraverso questi testimoni e queste dichiarazioni, secondo l’indagine de La Nueva Prensa, hanno cercato di rendere credibili le dichiarazioni sul caso di Santiago Uribe, fratello dell’ex presidente Uribe, oggi accusato in un altro processo di essere il creatore di una struttura paramilitare chiamata “Dodici Apostoli”, a cui vengono attribuiti gli omicidi selettivi di presunti guerriglieri delle FARC nel dipartimento di Antioquia. Sicuramente, con la recente confessione degli ex membri delle FARC davanti alla Giurisdizione Speciale di Pace, un altro tentativo di Uribe di manipolare i testimoni potrebbe essere evidente, facendo prendere nuove direzioni al caso, con risultati che possano ritardare i processi giudiziari contro di lui.

 

Tradotto dallo spagnolo da Giuseppe Marchiello. Revisione: Silvia Nocera

 

[1] NdT: I giudici che esercitano la funzione di controllo delle garanzie esistono per fare da contrappeso ai poteri che lo Stato esercita attraverso la Procura della Repubblica, al fine di evitare l’illegittima affettazione dei diritti fondamentali di chi interviene nel processo penale. Vedi Las2orillas