A denunciarlo è l’organizzazione ambientalista Navdanya International che da anni si batte per l’agroecologia, il cambio di paradigma economico, conservazione delle sementi biologiche, difesa della biodiversità, in contrasto all’invasione del junke food, alle monoculture intensive, ai pesticidi e ai fitofarmaci che hanno prodotto grandi impatti sulla salute dell’ambiente e dell’essere umano. L’organizzazione, presieduta dall’ambientalista, fisica ed ecofemminista indiana Vandana Shiva, ha diffuso un rapporto ricchissimo di documentazione sulla Fondazione di Bill e Melinda Gates e sui pericoli del filantro-capitalismo. Il titolo del report è “Gates to a Global Empire”, un lunghissimo lavoro di 206 pagine in cui vengono denunciati tutti i danni economici che la Bill &Melinda Gates Foundation hanno commesso nei cosiddetti “Paesi del Terzo Mondo”. Per redigerlo sono stati utilizzati contenuti provenienti da autorevoli esponenti della società civile, scienziati, giornalisti, membri di organizzazioni operanti in settori agricoli, ambientalisti e attivisti dei movimenti sociali anticapitalisti di tutto il mondo.
Vandana Shiva, presidente di Navdanya International, ha dichiarato: «Con il suo filantro-imperialismo, Gates si sta affermando come il Colombo dell’era digitale, sta spingendo per affermare i fallimentari OGM della nuova Monsanto e sta cercando di introdurre i nuovi OGM basati sul gene-editing. Noi dobbiamo riprenderci le nostre sementi e il nostro cibo. Dobbiamo riprenderci la nostra vita e la libertà, la giustizia e la democrazia».
Nel rapporto sono raccolte evidenze che gettano luce sulle conseguenze del filantrocapitalismo che sta sostenendo e promuovendo un nuovo colonialismo basato sui brevetti, sull’espropriazione delle nostre sementi, dell’agricoltura, del cibo e della conoscenza. Alla luce dell’emergenza sanitaria da Covid-19, il filantro-capitalismo si è occupato di garantire l’interesse multinazionale espropriando i sistemi sanitari, manipolando l’informazione ed erodendo la democrazia. Leggendo il rapporto ci si rende conto di come l’alleanza tra il grande capitale, le istituzioni scientifiche-tecnologiche e gli Stati, siano incarnati dalla Fondazione di Bill e Melinda Gates che, secondo le logiche del mercato e degli interessi privati, accelerano lo “sviluppo filantropico”. Si assiste quindi ad un “soluzionismo tecnocratico” per il quale le soluzioni per gli ultimi provengono sempre dall’alto degli organismi internazionali con la partnership di privati, i quali hanno come unico obiettivo il profitto.
Il report analizza quel processo di ingerenza da parte de “l’1% della popolazione mondiale” che negli ultimi 30 anni è riuscito a modificare le agende internazionali portando il nostro futuro e il nostro pianeta verso il collasso ecologico. Le operazioni «umanitarie» delle fondazioni degli uomini più ricchi al mondo, da John Rockefeller a Bill Clinton e Mark Zuckerberg, sono stati potenti strumenti di controllo che a colpi di donazioni, con ovvi benefici, hanno assicurato ai filantro-capitalisti che il sistema economico da loro sostenuto non venisse messo in discussione. Un esempio risale al 2001, quando per volere di Bill Gates venne lanciato il «Fondo Globale per la lotta all’Aids, alla tubercolosi e alla malaria». Un’operazione che, seppur di “buona volontà”, ha messo alle corde le agenzie Onu sulla salute, definendone i fini. Bill Gates, in questi anni, ha puntato a comprarsi un’intera agenzia Onu, l’Oms a tal punto da essere l’unico membro che ne fa parte in quanto privato. Non a caso la Bill & Melinda Gates Foundation spicca nella corsa al vaccino anti-Covid, esemplificando lo svuotamento delle più alte istanze internazionali pubbliche da parte di privati, con tanto di consenso da parte della comunità internazionale senza mettenre in discussione un eventuale conflitto d’interessi. Dall’altra parte, l’assimilazione della “filantropia” e della “solidarietà” nella logica competitiva del capitalismo finanziario, è anche la nuova campagna di marketing di questi grandi colossi per oscurare i loro investimenti in campi che vanno in direzione diametralmente opposta agli interessi della salute e della salvaguardia dell’ambiente.
Secondo quanto emerge dal report infatti, Bill Gates è lo stesso che da anni investe nel settore agrochimico-alimentare in Africa e in Asia, aprendo la strada agli Ogm e alla brevettabilità dei semi. Secondo l’ambientalista indiana, Bill Gates è stato tra i finanziatori della cosiddetta “Rivoluzione Verde” in India che ha permesso di standardizzare l’agricoltura con un incremento dell’uso di pesticidi, fitofarmaci e sostanze chimiche portando all’impoverimento dei contadini indiani e mettendo a rischio la loro salute.
Shiva ha dichiarato che “Attraverso le sue innumerevoli iniziative, le sotto-organizzazioni, gli schemi di sviluppo e i meccanismi di finanziamento, Gates tesse la sua intricata rete di potere ad ampio raggio e amplia la sua influenza, nascondendosi in tutte le separate derive che crea. Il rapporto affronta un’ampia parte di questa rete di potere. Un potere che ignora deliberatamente i passati fallimenti delle tecnologie che vuole spingere e che si disinteressa di qualsiasi potenziale problema di cui è la causa, puntando con assoluta priorità al profitto e all’ampliamento del mercato.”