La città di Assisi è stata agli inizi di ottobre al centro dell’attenzione mondiale, per un avvenimento di portata storica: Papa Francesco vi si è recato il 3 ottobre per pregare sulla tomba del Santo e firmare l’Enciclica “Fratelli Tutti”, che rappresenta il punto più alto del suo pontificato, il fondamento di un nuovo patto educativo globale, capace di guidare l’umanità verso il disarmo, la salvaguardia del creato, la gestione costruttiva dei conflitti.
La mattina del giorno successivo, però, ha creato grande sconcerto la decisione del governo italiano di tributare un “omaggio” a San Francesco, facendo sorvolare il Sacro Convento da una pattuglia di nove aerei militari, sparvieri di fuoco il cui rombo ha fatto tremare le abitazioni, spaventato gli uccelli del cielo e i bimbi sulla terra.
L’atto è apparso di una gravità inaudita, in palese contraddizione con le Encicliche di Papa Francesco, un’eclatante profanazione della vocazione di Pace della città di Assisi e del suo Santo.
Tali spettacoli sono gravemente inquinanti e costosi, spesso forieri di morte, come avvenuto a Ramstein nel 1988 e a Casalecchio sul Reno nel 1990. Dopo una moratoria di alcuni anni, nuovi sorvoli sono stati programmati dall’aeronautica militare e dall’industria Leonardo nel mese di maggio, in piena pandemia, proponendosi di “alimentare la speranza e incoraggiare la ripresa”, avendo in realtà l’obiettivo malcelato di un’azione promozionale dell’industria bellica italiana.
La Leonardo, ex Finmeccanica, è una realtà industriale di alta tecnologia militare, integrata alla Lockheed Martin. Costruisce gli F-35 nell’impianto di Cameri e ora intende investire in un caccia di sesta generazione, il Tempest, “l’aereo del futuro”. Progetta anche nuovi elicotteri in grado di decollare e atterrare verticalmente, droni, sottomarini, navicelle spaziali e satellitari, in collaborazione con la Nasa.
La rivista “Analisi Difesa” del 25-09-2020 informa che dal Recovery Fund arriveranno 30 miliardi di euro per le industrie militari, sottratti perciò agli usi civili, spese che Papa Francesco ha ripetutamente condannato.
In tanti, perciò, si sono stupiti che i frati francescani di Assisi non abbiamo compreso l’inganno propagandistico di quei voli e, pur preparandosi a celebrare l’11 ottobre la Perugia Assisi, abbiano dato il loro assenso e si siano entusiasmati per uno spettacolo di vana potenza militare e tecnologica. In molti, indignati, hanno allora scritto ai Frati del Sacro Convento per scuoterli dall’abbaglio in cui sono caduti.
Le frecce tricolori, infatti, sono i simboli, le insegne imperiali di un comando violento del mondo verso cui i cristiani e tutti gli uomini di pace non devono prostrarsi, rifiutando di bruciare i granelli di incenso sull’altare della guerra. Il Dio dei cristiani è il Dio della vita e rifiuta ogni forma di idolatria: “Forgeranno le loro spade in vomeri, le loro lance in falci; un popolo non alzerà più la spada contro un altro popolo, non si eserciteranno più nell’arte della guerra!” (Isaia 2,4).
Rocco Altieri
Presidente del Centro Gandhi odv