Ero da poco tornata a Boa Vista.
Di primo mattino, passai davanti al Coretto:
una donna bionda e il suo bambino lì dormivano,
sdraiati per terra.
Mentre li contemplavo, si alzarono:
lei carina e sporca, con indumenti stracciati,
mezza hippie, pensai;
lui piccolo e fragile.
Lei davanti, il bambino dietro.
Lei barcollando;
il bambino piangendo pacatamente,
camminando lentamente,
volendo fermarsi.
Lei fermandosi per aspettare il bambino,
lui non riuscendo a camminare.
Lei scalza,
i piedi gonfi del bambino pieni di ferite sanguinanti.
Nella società yanomami,
zie materne sono chiamate mamma,
zii paterni sono chiamati papà.
A prendersi cura dei bambini
non è la sola famiglia nucleare,
ma la comunità.