Ci sono voluti otto anni per giungere alla conclusione del giudizio, ma il 15 ottobre la sentenza della Corte europea dei diritti umani è finalmente arrivata: l’espulsione di due cittadini pachistani legalmente residenti in Romania, disposta da un giudice nel 2012, è stata un atto illegale.
La ragione è semplice: le prove a sostegno dell’espulsione erano note solo al governo di Bucarest e al tribunale.
Il diritto a un procedimento equo è stato così clamorosamente violato. Un fatto grave, dato che in ballo c’era il destino di due persone la cui vita avrebbe potuto essere messa in pericolo proprio a seguito del provvedimento di espulsione. Cui ora la Corte europea ha posto in qualche modo rimedio.