O sei un complottista o porti la mascherina anche da solo in auto.
O vuoi vaccinarti anche contro la febbre gialla vivendo a Milano o sei un no-vax di destra.
O sei un terrapiattista o giustifichi tutto ciò che viene fatto in nome del progresso della tecnologia.
Ma è davvero così? Siamo davvero così divisi in schieramenti opposti?
Mi chiedo se chi ha in mano e gestisce dei media (di qualsiasi taglia e corrente di opinione) si renda conto realmente della responsabilità che ha riguardo alla polarizzazione dell’informazione di cui siamo spettatori. O si è perso il controllo di una macchina impazzita in un sistema in caduta libera. E forse questo è lo scenario che fa più paura a tutti.
La mia sensazione è che in questo momento storico di caos e cambiamento, i toni di grigio siano tanti quanti gli individui, con le trasversalità più creative e stravaganti. Certo, alcune fazioni cercano di monopolizzare e di apparire come promotrici o portavoce di alcune correnti, anche in modo un po’ goffo, come negli anni settanta e ottanta, quando nelle manifestazioni di protesta le varie organizzazioni facevano a gara (e a spintoni) per riuscire a mettere il proprio striscione in cima al corteo. La stampa, anche allora, si accontentava di una superficialità manipolabile e faceva la foto al primo striscione. Oggi si fanno le foto ai contenuti di troll senza scrupoli né morale, pagati per esaltare o denigrare posizioni.
Sta crollando un sistema economico e politico, sta crollando un sistema sociale e culturale, sta crollando un sistema di credenze e valori, sta crollando. E la maggioranza di noi, confusa, arrabbiata e delusa, ma anche creativa, provocatrice e ispirata si trova nel mezzo, nell’enorme e sterminato campo dei toni di grigio che non sono rappresentati. Vogliamo parlarne allora?
L’informazione che non denigra, che non degrada ma cerca di presentare la varietà delle posizioni, ognuna con le proprie ragioni, senza decidere quale valga la pena o no di dare per buona, senza cercare e acuire per forza le differenze, contrapponendole continuamente, ecco, quella forse è l’informazione che potrà sopravvivere al crollo esterno e interno di questo sistema violento.
L’informazione che non si arroga la pretesa di essere portavoce della maggioranza silenziosa, ma che, dentro il confine del rispetto autentico delle differenze di opinione, è capace di dialogare con tutti senza perdere il proprio centro di gravità, è forse quella che potrà dare un buon esempio per il futuro.
Vogliamo parlare di un crollo che sta portando giù tutto? O vogliamo solo farci spaventare da questa eventualità, osservandone solo la parte più superficiale, senza esplorarne il significato?
Nell’informazione cerchiamo risposte, certezze, conferme. Ma tutto è in dinamica e sta cambiando a grande velocità. Fuori non ci sono più risposte, né certezze o conferme. Fuori c’è il caos e ci sono le infinite possibilità, ed è necessario trovare un centro dentro di noi per decidere cosa dire e cosa fare ed evitare che il canto delle sirene (che però deve essere udito per comprendere l’epoca e crescere) ci faccia impazzire. Non è facie raccontare questa storia.
Forse il nuovo mondo che sta cercando di esprimersi, si sbarazzerà definitivamente del razionalismo al quale ci siamo abituati. E questo forse è un gran bene. Non ci accorgiamo ancora abbastanza di cosa stia dietro alle nostre affermazioni, quali credenze, quali speranze, quali paure.
La paura non è mai una buona consigliera, anche se spesso la giustifichiamo, e un cumulo di pregiudizi ci impedisce di vedere quello che sta accadendo. Ma un dubbio resta sempre.
Forse il nuovo mondo che sta cercando di esprimersi non parla ancora una lingua tanto comprensibile, ma dà segnali che vanno colti in mezzo al frastuono di quello che crolla. Bisogna ascoltare.
Per contribuire davvero alla comprensione del momento abbiamo bisogno di superare la dialettica delle bande e di riuscire a guardare con gli occhi di una curiosa Alice dentro alla “tana del coniglio”, per poi raccontare tutto quello che di buono si riesce a intravedere tra i toni di grigio.