Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica, avvenuta giusto ieri, entra in vigore il Decreto Legge n. 130 del 21 ottobre 2020 ovvero quello delle “disposizioni urgenti in materia di immigrazione” che modificano i famigerati Decreti “Sicurezza” promossi dalla Lega di Matteo Salvini durante lo scorso governo Conte I.
Naturalmente, trattandosi di un semplice Decreto Legge, occorrerà il vaglio del Parlamento nei prossimi sessanta giorni.
Si tratta dell’attuazione di uno dei punti dell’Accordo elettorale alla base del nuovo governo PD – M5S, ovvero del Conte II.
« Cala il sipario sui decreti Salvini. Negazione dei diritti. Ora si volta pagina », cinguetta su twitter la deputata Laura Boldrini ( Partito Democratico ).
In realtà non c’è poi tanto da cantare Gloria: si tratta, in fondo di puro maquillage, l’impianto dei decreti leghisti resta.
I commenti a Sinistra : Tutte le questioni principali ancora aperte
« Evitiamo di assumere atteggiamenti trionfalistici. […] Per conservare o ritrovare Umanità – scrive Gregorio De Falco, ex M5S -, bisogna abolire il reato di immigrazione clandestina, perché accogliere comunque non diventa obbligatorio, ma reagire con una sanzione penale alla attitudine umana di spostarsi nel mondo, è un triste segnale ».
« Non cancella quei maledetti accordi con la Libia », denuncia Beatrice Brignone, portavoce di Possibile.
« Resta la Bossi-Fini, che fa dello straniero una persona sgradita, restano le multe per le ONG, modificate solo in parte. Restano i tempi di attesa biblici per la cittadinanza. Infine nessuna attivazione di vie regolari per la migrazione, vie che disincentiverebbero davvero l’immigrazione irregolare e il conseguente sfruttamento dei Diritti Umani », aggiunge Andi Shehu, portavoce di Volt Italia.
Ma ad ammettere che il nuovo Decreto Immigrazione sia insufficiente è la stessa Boldrini : « Dobbiamo approvare una legge sulla cittadinanza ».
Tutti bei, e condivisibili, propositi : ma con una nazione dove i razzisti sono maggioranza e sono degnamente rappresentati in Parlamento, solo Utopia!
Il nuovo Decreto Immigrazione : molto fumo e poco arrosto
Che l’impianto del nuovo Decreto che modifica la Legge sull’Immigrazione ( la Bossi-Fini ) non sia cambiato lo mostra, ad esempio il comma 2 dell’articolo 3 che si concentra sul trattenimento e sulle espulsioni : « l’espulsione o il respingimento alla frontiera è disposto con priorità per coloro che siano considerati una minaccia per l’ordine e la sicurezza pubblica o che siano stati condannati, anche con sentenza non definitiva […] nonché per coloro che siano cittadini di Paesi terzi con i quali sono vigenti accordi di cooperazione o altre intese in materia di rimpatrio, o che provengano da essi ».
Certo di positivo c’è che si sia soppresso il divieto di iscrizione anagrafica e di rilascio di una carta d’identità ai richiedenti la protezione internazionale. Iscrizione che produce, tra l’altro, il diritto all’accesso al Servizio Sanitario Nazionale e che, in generale, formalizza la presenza di esseri altrimenti invisibili.
Un importante ritorno al passato anche quello del ripristino della possibilità, per i Comuni, di « accogliere […] nei limiti dei posti disponibili, anche i richiedenti protezione internazionale ». Procedura che supera i disumani mega-centri di accoglienza.
Per il resto, sostanzialmente tanta aria fritta.
Ma il governo doveva pagare un prezzo all’elettorato di sinistra senza però perdere quello di centro-destra.
Così si spiega come l’Accordo sul testo, siglato sin da luglio, sia divenuto Decreto Legge solo dopo le elezioni regionali del 20-21 settembre scorso.
I Diritti Umani piegati ad un mero calcolo elettorale, che pena.