Durante i disordini di lunedì sera è stata sradicata la lapide del partigiano Andrea Piumatti, affissa in piazza Carlo Alberto, sul muro prospiciente alla Galleria Subalpina
Dei disordini lunedì 26 ottobre 2020 a Torino, in risposta al più recente DPCM sulle misure di sicurezza anticovid, si è già parlato fin troppo, poco invece si è parlato di Andrea Piumatti.
Nel flusso delle notizie si è anche posta l’attenzione su alcune vetrine extralusso distrutte. La ragione può essere nel dissenso verso l’opulenza, nel furto facile, nel semplice teppismo o in un misto di queste ed altre cose.
Una notizia invece fa particolarmente male: lo sradicamento della lapide del partigiano Andrea Piumatti collocata all’ingresso della Galleria Subalpina dove venne ferito e poi giustiziato con due colpi di rivoltella alla tempia.
Era poco più che un ragazzo Andrea Piumatti quando entrò nella Resistenza, lui che era stato in Marina affiancò la Brigata Magnoni, 43a divisione autonoma De Vitis, su per le valli piemontesi.
Il 16 marzo 1944, nell’attuale San Salvario, dove si era recato per ritirare dei rifornimenti, venne fermato dalla RAP (reparti anti Partigiani), era disarmato, ma la sua colpa era di non essere arruolato nella Repubblica di Salò. Per evitare l’interrogatorio in caserma tentò la fuga proprio in piazza Carlo Alberto e lì venne ucciso.
La lapide era incastonata, da 75 anni, nel muro adiacente la Galleria Subalpina, a ricordare il sacrificio di questo Martire dell’eterna libertà; lunedì è stata sradicata e probabilmente distrutta da persone che verosimilmente non sapevano neanche che cosa rappresentasse.
Persone che comunque hanno una visione distorta della Libertà per cui Andrea Piumatti e tantissimi giovani come lui sono morti, quella libertà che altri Partigiani hanno difeso, quella che tocca ora a noi salvaguardare dai rigurgiti di fascismo.
Alcuni cittadini soci A.N.P.I. si stanno già attivando per promuovere la sostituzione della lapide.