In rigoroso, incisivo, bianco e nero, potente come il respiro delle grandi tragedie, crepuscolare, il secondo film dell’iraniano Ahmad Bahrami The Wasteland è un viaggio in un microcosmo ingrato, dove in una cava soffocante uomini, donne e bambini fabbricano mattoni per un proprietario che vive in città e li paga quando può. L’uomo di fiducia del padrone è Lotfollah, nato e vissuto nella fornace; ha quarant’anni ma ne dimostra molti di più. Lì sono tanti i lavoratori che non hanno carta d’identità e non conoscono la loro età anagrafica: uno di loro confessa di aver superato i sessant’anni benché sul documento ci sia scritto cinquanta. Vi sono famiglie di etnie diverse e il proprietario promette di risolvere i loro problemi, puntualmente posticipandoli.
Lotfollah funge da tramite tra i manovali e l’imprenditore. Un giorno il padrone chiede a Lotfollah di riunire gli operai davanti al suo ufficio perché vuole annunciare loro che la fabbrica chiuderà. Adesso a Lotfollah l’unica cosa che importa è proteggere Sarvar, la donna che ama.
La vita di Lotfollah è trascorsa in quella terra arsa dal sole e dalla fornace. Lui si è occupato di sedare le rivendicazioni dei curdi, ha cercato soluzione a un matrimonio, ha fatto da mediatore e paciere, accompagnato settimanalmente la donna di cui è innamorato in un viaggio misterioso. Gli operai si sono sempre mossi in claustrofobiche caverne, schiacciati dalla fatica, accettando uno sfruttamento totale perché non immaginavano altro. Fino al giorno in cui tutto si svuota e la fabbrica chiude. Il finale lascia senza fiato: un messaggio universale che fa pensare alle ostie – il corpo e il sangue di Cristo diventato nutrimento – in cui si trasformano milioni di uomini che hanno la funzione di produrre totalmente a vantaggio di altri uomini.
Ahmad Bacarmi, il regista iraniano di Dashte Khamoush (Terra desolata) racconta l’ispirazione che ha alimentato il suo film in concorso Orizzonti: “Mio padre ha lavorato in fabbrica ed è andato in pensione dopo trent’anni di fatiche. Vado fiero di lui e da quando ho imparato a girare film ho sempre voluto realizzarne uno su di lui e sul suo onorevole impegno. Il mio film Dashte Khamoush è un omaggio a mio padre e a tutti coloro che in ogni parte del mondo lavorano duramente. Quei lavoratori senza i quali la civiltà degli uomini non avrebbe raggiunto l’attuale livello di progresso”.
Regia di Ahmad Bahrami.
Con Ali Bagheri, Farrokh Nemati, Majid Farhang, Mahdieh Nassaj.
Titolo originale: Dashte Khamoush.
Titolo internazionale: The Wasteland.
Genere Drammatico – Iran, 2020, durata 102 minuti.