Il 9 settembre ricorre l’anniversario della nascita dello scrittore Lev Tolstoy. Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani intende ricordarne non solo i meriti artistici, ma i forti contributi umanitari apportati attraverso l’influenza delle sue opere su diversi esponenti di spicco della società e comuni cittadini.
Tolstoy è noto come uno dei più importanti scrittori di tutti i tempi; forse non tutti però ne conoscono il forte impegno morale, che spesso lo condusse a dissidi profondi con le autorità politiche e religiose del suo tempo. Affermare radicalmente che tutti gli uomini sono uguali e meritano rispetto non è mai stato semplice; lo era ancora di meno nella Russia degli zar. Tuttavia il “rivoluzionario” pensiero di Tolstoy giunse ad accendere la curiosità e successivamente suscitare l’ammirazione di un giovanissimo avvocato indiano che cambierà le sorti del suo paese e del mondo: Mahatma Gandhi.
Egli rimase folgorato da un concetto semplicissimo del maestro russo: tutte le società in ogni epoca hanno individuato delle regole comuni che condividono l’idea di fratellanza. Eppure gli uomini si scannano per qualsiasi motivo disconoscendo la “legge dell’amore”, che vige al di là delle singole convinzioni religiose o teorie politiche.
“L’amore è l’unica strada per salvare l’umanità da tutte le malattie, e in esso c’è anche l’unico metodo per salvare la tua gente dalla schiavitù… L’amore e la resistenza energica a chi ci fa del male implicano una tale reciproca contraddizione che può arrivare a distruggere completamente il senso e il significato del concetto di amore.” (Lettera di Tolstoy a Gandhi)
Tra i due intellettuali incominciò un fitto carteggio perché in precedenza, nel 1908, un rivoluzionario indiano, Taraknath Das, scrisse a Lev Tolstoy proprio per supportare l’indipendenza indiana. Gandhi lesse la risposta dello scrittore russo e volle ripubblicarla su un quotidiano che dirigeva in Sud Africa, «Indian Opinion (Lettera a un indù); in seguito, approfondendo la conoscenza con Tolstoy, elaborerà il nucleo fondante della propria azione politica.
Se la prevaricazione è il solo linguaggio che gli uomini pratichino, la non violenza diventa l’unica alternativa reale per imprimere un cambiamento sostanziale. Da qui le manifestazioni, sit-in, marce, scioperi della fame e tutto quello che riuscì a concepire Gandhi per dissentire pacificamente e far valere le ragioni della pace e della solidarietà. L’India divenne indipendente anche grazie a Tolstoy; Tanti attivisti dei diritti umani ne hanno raccolto l’eredità e continuano anche attraverso l’uso dei social a sposarne la causa.
“Ma questa verità è stata resa nota alle persone che consideravano che una comunità può essere tenuta insieme se alcuni di loro reprimessero gli altri, e così è apparsa abbastanza inconciliabile con l’ordine esistente della società… La divulgazione della verità in una società basata sulla coercizione è sempre stata ostacolata in un modo o nell’altro, vale a dire che coloro che detengono il potere, sentendo che il riconoscimento di questa verità minerebbe la loro posizione, coscientemente o talvolta inconsapevolmente l’hanno corrotta servendosi di spiegazioni e aggiunte abbastanza estranee a essa, e le si sono opposti anche con l’aperta violenza. Perciò la verità – il fatto cioè che questa vita dovrebbe essere diretta dall’elemento spirituale che è la sua base, che si manifesta come amore e che è così naturale per l’uomo – questa verità, al fine di farsi strada nella coscienza dell’uomo, ha dovuto combattere non solo contro il modo oscuro con cui è stata espressa e le distorsioni più o meno intenzionali che l’accerchiano, ma anche contro la violenza deliberata, che attraverso persecuzioni e punizioni mira a costringere gli uomini ad accettare le leggi religiose autorizzate dai governanti e che sono in conflitto con la verità.” (Lettera di Tolstoy a Gandhi)
Il CNDDU invita i docenti e gli studenti a leggere i contenuti epistolari scambiati tra i due personaggi in quanto fulcro fondamentale per capire dinamiche e modalità operative di tante manifestazioni pacifiste – ambientaliste dei nostri giorni nonché elemento costitutivo per comprendere la figura di Gandhi.
Prof. Romano Pesavento – CNDDU (Coordinamento Nazionale dei Docenti della Disciplina “Diritti Umani”)